Francesco Ruberto invita il sindaco Mascaro a palesare la volontà di rispettare l’obbligo di legge sulle unioni civili

Si cita la presa di posizione già avvenuta da parte del sindaco di Pizzo

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    Nel dibattito sorto dopo l’approvazione della legge sulle cosiddette unioni civili si son registrate prese di posizioni di sindaci non convinti, ed altri invece più propensi, a voler adempiere ad un obbligo di legge: anche se non il primo cittadino, qualcuno con la fascia tricolore dovrà comunque certificare l’unione tra due persone in Comune.
    In tal senso Francesco Ruberto, consigliere comunale di Calabria al Centro, invita ad esporsi pubblicamente anche il sindaco Mascaro ricordando come «in Calabria è notizia di pochi giorni fa la disponibilità assoluta del Sindaco di Pizzo Calabro, Gianluca Callipo, alla celebrazione delle unioni civili.  Siamo nella fase dell’applicazione di nuove regole che offrono tutele giuridiche a determinate persone e bisogna prendere atto di una rivoluzione normativa. I Sindaci avranno una grande responsabilità perché il loro ruolo istituzionale, per definizione ancorato al rispetto della legge, in questo caso inciderà sulle convinzioni delle persone. La celebrazione di una unione civile, da parte di un Sindaco, sarà anche un simbolo di civiltà».
    Pertanto, «sulla scia di tanti primi cittadini che hanno inteso dichiarare con convinzione la loro adesione affinché si dia seguito a ciò che la legge ha previsto invito anche il nostro Sindaco a non esimersi da questo dovere e proporsi», dichiara Ruberto, «quale punto di riferimento ove in altre realtà dovesse emergere ostracismo a un diritto che, piaccia o no, oggi è una legge dello Stato. Da amministratore, convinto di interpretare gran parte del pensiero giovanile, sostengo fortemente la necessità di dare un segnale di apertura ad un mondo che fino ad oggi non ha avuto alcun riconoscimento. Dobbiamo rimanere in linea con i paesi più avanzati nel riconoscimento legale delle convivenze non sulla base di argomentazioni religiose ma sulla consapevolezza di voler tutelare i diritti di quei cittadini che ancora oggi non avevano tutele giuridiche».
    g.g.

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