Il Comitato Lametino Acqua Pubblica chiede l’opposizione al decreto Madia da parte del consiglio comunale

Chiesto un ordine del giorno ed un consiglio comunale aperto da convocare entro il mese successivo

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    Il Comitato Lametino Acqua Pubblica chiede al sindaco ed al consiglio comunale «l’approvazione di un ordine del giorno in sostegno alla Campagna STOP MADIA, ed un consiglio comunale aperto, da convocare entro 30 giorni dall’approvazione dall’ordine del giorno, per informarla sui temi in oggetto e per decidere insieme alla comunità locale le ulteriori iniziative da intraprendere, in direzione del riconoscimento dell’autonomia di scelta degli enti locali e del riconoscimento della volontà popolare democraticamente espressa».
    Il comitato lamenta che «il “Decreto Madia” (Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale), se non sarà modificato durante il suo iter, cancellerà completamente gli esiti della vittoria referendaria del 2011 sulla gestione dell’acqua e dei servizi pubblici. Il testo attuale infatti è un vero manifesto liberista che punta allo stesso obiettivo del Decreto Ronchi: prevede l’obbligo di gestione dei servizi a rete (acqua compresa) tramite società per azioni e reintroduce in tariffa l’”adeguatezza della remunerazione del capitale investito”, ovvero i profitti, nell’esatta dicitura abrogata dal voto referendario».
    Nel comunicato stampa si ricorda come il 7 maggio 2012 «il consiglio comunale ha approvato la modifica dello Statuto Comunale per come proposto dal Comitato Lametino Acqua Pubblica tramite la delibera di iniziativa popolare. In particolare la modifica ha introdotto all’art. 2 il comma “e” che recita: L’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato e non mercificabile. L’accesso all’acqua potabile è un diritto umano, universale, inalienabile. La proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici. Il servizio idrico integrato è un servizio pubblico essenziale di interesse generale e finalizzato a garantire l’accesso all’acqua per tutti, il bene acqua non è mercificabile e il minimo vitale deve essere garantito a chiunque».
    Le richieste son quindi di deliberare di «chiedere al Sindaco di farsi interprete verso tutte le sedi opportune (ANCI, Regione, Governo) della richiesta di ritiro del “Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale”, così come formulato, e dell’apertura di una discussione ampia sul ruolo degli enti locali nell’erogazione e gestione dei servizi pubblici locali, a partire dalla ridiscussione del patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio, nonché della necessità di applicazione di quanto stabilito in merito dall’esito del referendum popolare del giugno 2011; di convocare, entro 30 giorni dall’approvazione del presente ordine del giorno, un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza, per informarla sui temi in oggetto e per decidere insieme alla comunità locale le ulteriori iniziative da intraprendere, in direzione del riconoscimento dell’autonomia di scelta degli enti locali e del riconoscimento della volontà popolare democraticamente espressa».
    A gennaio lo stesso comitato aveva ricordato poi come «durante l’incontro tenutosi lo scorso 27 ottobre tra Comitato, Amministrazione Comunale e direzione Multiservizi abbiamo rimarcato l’importanza di riprendere e sostenere il lavoro del Tavolo Tecnico per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato, il sindaco e l’assessore hanno dichiarato la loro disponibilità immediata a proseguire con il tavolo. Il sindaco stesso ha dichiarato di mettersi subito in contatto con il proprio ufficio legale per riprendere il filo della discussione interna e reperire tutta la documentazione necessaria. Lo stesso Presidente della Multiservizi durante tale incontro ha comunicato che non è intenzione della Direzione aziendale e dell’Amministrazione inserire soci privati nella Spa a totale capitale pubblico. Tutto questo ci fa ben sperare in una conclusione dell’iter di creazione dell’Azienda Speciale Pubblica entro il 2016».

    g.g.

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