Passa il bilancio consuntivo 2015, sul banco degli imputati finisce però il collegio dei revisori dei conti

Il presidente Vero dà un parere favorevole previe osservazioni, quello di Bruno è negativo, Ritorto non si esprime

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    Il bilancio consuntivo 2015 passa con 15 favorevoli e 5 contrari (Piccioni, Tropea, Villella, Pasqualino Ruberto, Gianturco), ma sul “banco degli imputati” oltre che l’amministrazione Mascaro finisce anche il collegio dei revisori dei conti, mutato per sorteggio più volte in questo primo anno di governo cittadino, che in aula arriva con una relazione “ambigua” (in cui il presidente Vero dà un parere favorevole previe osservazioni, quello di Bruno è negativo, Ritorto non si esprime).
    Nel primo intervento in veste ufficiale, il presidente del collegio dei revisori dei conti, Vero, rimarca come «in questo primo mese in carica è stato molto il lavoro, essendo al vaglio sia il bilancio consuntivo 2015 che quello di previsione 2016, ed è noto che il Comune deve rispettare un piano di riequilibrio, quindi è in una situazione di predissesto. E’ vero che quindi ci son stati dei miglioramenti, ma si è sempre in una situazione di allerta pluriennale», aspetto cui si richiama anche Pasqualino Ruberto (Labor) sostenendo che «il sindaco da assessore al bilancio ha fatto una grande lavoro di disponibilità, e questa mattina ha interpretato il ruolo di motivatore verso la maggioranza per invogliare a votare il bilancio consuntivo, su cui dubito della veridicità di tutti i dati che non possono essere stati verificati neanche dai revisori, su cui bisogna confrontarsi dato che in 3 non esprimono un parere univoco».
    Per Ruberto «non si tiene fede all’impegno fatto alle sezioni riunite della Corte dei Conti di tenere una contabilità economica e patrimoniale, che dà un quadro specifico diverso rispetto a quella finanziaria. Per questo non ha valore il saldo di cassa, non si son analizzati singolarmente i residui attivi e passivi in essere né quelli cancellati, e la stessa relazione dei revisori predica prudenza su questi dati. Non siamo nella normalità in cui agisce la legge, ma quella in cui si incassa la metà di quanto preventivato solo come Imu, in cui le politiche sociali coprono anche cultura e sport, in cui la dirigente non riesce a dirci il totale dei debiti fuori bilancio conosciuti, non si applica il controllo analogo».
    De Biase (Cac) concorda con Ruberto «sul fatto che non è possibile che solo il presidente dei revisori dei conti sia presente in aula, e che in poco tempo faccia una relazione così approfondita rispetto agli attuali e precedenti revisori», lodando però la lunga trafila di numeri offerta da Mascaro «che è un consuntivo figlio dell’eredità avuta».
    Chirumbolo (Ncd) ripercuote il ricorsivo elogio all’attuale amministrazione rispetto alla precedente, Nicotera (Udc) ammette di «non aver trovato un motivo per non votare il consuntivo, che ci dà enormi responsabilità», la Caruso (Forza Italia) accomuna «le difficoltà ereditate a quelle avute dal sindaco nel corso di questo primo anno con le liste civiche che l’avevano appoggiato, superando entrambe», Gianturco (Sovranità) reputa che «questo consuntivo chiude con l’eredità della precedente amministrazione, ma non ne prende realmente netta distanza, ed anche i revisori non hanno una visione univoca», Piccioni (Lamezia Insieme) sottolinea che «non c’è volontà politica di andare contro in maniera preconcetta, anzi l’andazzo del settore bilancio è migliorato da quando è in carica al sindaco e non più al precedente assessore. Rimane anomalo che nella relazione un revisore dà un parere negativo sebbene non obbligatorio, l’altro non si esprime ed il presidente dà invece una lettura più ampia e diversa».
    La Tropea (Pd) annuncia vota contrario «per rispetto agli elettori e coerenza con lo stesso voto effettuato anche nel precedente bilancio», linea condivisa anche dalla Villella (Città Reattiva), per Cristiano (Mtl) «occorrono 4 anni per rimettere sui giusti binari i conti del Comune secondo il presidente Vero», Paladino (misto) e Grandinetti (Lamezia Unita) si accodano ai voti e giudizi favorevoli.
    Il voto di Paladino, in particolare, genera malumori all’interno della minoranza, con Villella e Piccioni a chiedere le dimissioni del vicepresidente che era stato eletto in tale ruolo come rappresentante dell’opposizione, ma recentemente passato nella confederazione dei monogruppo sotto il nome “Patto per Lamezia”, con Cristiano, Chirumbolo ed Isabella ad elogiare invece la scelta dell’ex candidato nelle liste a supporto di Pasqualino Ruberto a sindaco lo scorso anno.
    g.g.

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