Per le intimidazioni ad esercizi commerciali avvenute a gennaio febbraio indiziato un ventenne lametino

Al centro delle indagini gli avvertimenti all'Aci e Conad nel centro città

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    A seguito di una serrata attività d’indagine i Carabinieri della Stazione di Lamezia Terme hanno fatto luce su una serie di atti intimidatori, avvenuti in danno di alcuni esercizi commerciali tra gennaio e febbraio, notificando un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catanzaro, a seguito della richiesta avanzata dalla stessa Procura – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Giuseppe Galluzzi.
    Nell’ambito della citata attività, con una ricostruzione dettagliata dei suoi percorsi avvenuta mediante l’acquisizione di documentazione e analisi della stessa, attraverso successivi riscontri nonché l’analisi di tipo scientifico su prove acquisite il Galluzzi, già tratto in arresto lo scorso 10 febbraio in cui aveva confessato taluni analoghi fatti, veniva accertato, in maniera inequivocabile e al di là della sua precedente e peraltro parziale assunzione di colpevolezza, essere l’autore di quanto avvenuto sia il 26 gennaio, allorquando, davanti l’esercizio commerciale Aci di Michele La Rosa, posizionava un biglietto recante la minaccia “mettevi a posto senno’ la prossima volta pagheranno i vostri familiari”, unitamente a 3 cartucce di fucile, nonché il 5 febbraio, data in cui incendiava l’autovettura Mercedes Smart dello stesso La Rosa.
    Lo stesso Galluzzi veniva inoltre individuato quale autore delle minacce avvenute rispettivamente il 20 gennaio, quando posizionava tre cartucce dinanzi al supermercato Conad di Via Piave, il 26 gennaio, giorno in cui nuovamente posizionava tre cartucce da caccia unitamente ad un bigliettino recante la frase “ancora non ti sei regolato ti teremo la vita impossibile”, ed infine il 28 gennaio, quando dinanzi la saracinesca dell’esercizio commerciale “golden black”, posizionava 3 cartucce di fucile ed un bigliettino recante la seguente frase “mettetevi a posto senno’ la prossima volta pagheranno i vostri familiari”.
    È stata contestata dunque al Galluzzi, per tutti gli episodi sopra menzionati, la tentata estorsione aggravata dall’art. 7 della legge 203 del 1991 poiché avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis, come appurato dal tenore delle minacce dall’utilizzazione di mezzi e modalità tipicamente propri della criminalità organizzata lametina, agevolava l’attività delle associazioni attualmente operanti a Lamezia Terme – nell’ambito di un medesimo disegno criminoso volto ad intimorire e coartare la volontà degli esercenti di una medesima zona dunque il Galluzzi prima avvisava le sue vittime con un biglietto minatorio sia nei contenuti che nella presenza delle cartucce, e successivamente come avvenuto per l’Aci, passava al secondo segnale, ovvero l’incendio dell’autovettura. Terminate le formalità di rito il Galluzzi, è stato nuovamente ristretto della Casa Circondariale di Catanzaro a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.

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