Torna ad alzarsi il fumo nero dal campo rom di Scordovillo

Ripresi ieri i roghi che già a febbraio portarono all'operazione della Procura della Repubblica

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Torna ad alzarsi una coltre nera dal campo rom di Scordovillo. Dopo l’incendio che ha colpito sabato i terreni dietro l’istituto superiore per geometri andando a lambire le abitazione del quartiere Razionale, ieri intorno alle 16 la combustione di rifiuti (prodotti tanto all’interno che all’esterno dell’accampamento, per poi essere smaltiti tramite incenerimento, quindi in modo illegale, spesso nel procedimento legato all’estrazione del rame) nell’area dietro il parcheggio dell’ospedale è ripresa dopo un lungo periodo di stop.
    A febbraio nell’operazione “Killer Smoke” erano state indagate 7 persone ed effettuate 20 perquisizioni domiciliari, partendo dall’esposto presentato alla Procura della Repubblica dal sindaco Paolo Mascaro insieme agli operatori del nosocomio lametino. Da allora i fenomeni si erano ridotti in modo considerevole (anche se non del tutto spariti), ma son ripresi ieri con i relativi disagi per i vicini di casa (commissariato, scuole, ospedale e singoli cittadini, oltre alla linea della ferrovia che lambisce proprio le zone oggetto dei falò illeciti).
    Immutata invece la questione dello sgombero che pende da anni sul campo rom di Scordovillo: nell’ultimo consiglio comunale sul tema ad inizio luglio il primo cittadino ha spiegato come manchino abbastanza alloggi popolari liberi, non si vogliano spostare più nuclei familiari insieme nella stessa zona (con disagi attualmente in atto in zone come via D’Ippolito e San Pietro Lametino), si debba fare un più ampio lavoro di integrazione nella fase precedente al trasferimento.
    La risposta di Mascaro è stata quindi quella di «non spostare il problema da una zona all’altra della città, ma lavorare sul più lungo termine, senza dare tempi certi come in passato, per far rispettare leggi e cultura a partire dall’interno di Scordovillo», mentre sui 20 alloggi di via degli Uliveti occupati abusivamente da 12 famiglie non rom «si sta lavorando con la Procura per i tempi di sgombero». Ripreso il fumo nero ora torna in città il problema di spostare altrove dei cittadini che però nessuno vuole come vicini di casa (prova ne sono le proteste dei residenti ogni volta che si ipotizzano dei trasferimenti).

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