Piccioni e Villella non mettono in discussione la posizione del presidente De Sarro, ma vogliono discutere delle indagini sul padre

Non convincono i consiglieri di opposizioni le spiegazioni della maggioranaza

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    Per i consiglieri Piccioni e Villella le spiegazioni della maggioranza sulla mancata discussione in consiglio comunale delle indagini che riguardano il padre del presidente del consiglio comunale non sarebbero convincenti perché «il fatto che si sia passati dall’avviso di garanzia a una citazione diretta a giudizio e a un processo per corruzione elettorale che dovrà svolgersi il prossimo 20 gennaio, per questa maggioranza è un fatto poco rilevante. Ed è patetica la difesa della maggioranza che vorrebbe far credere che la posizione del padre sia completamente sconnessa dalla situazione del figlio», anche se si precisa che «nessuno mette in discussione la posizione del Presidente De Sarro, che è stata archiviata dalla Procura della Repubblica», ma lo si fa subito dopo chiedendosi «quale messaggio lanciamo alla città se sulla seconda carica istituzionale cittadina, quella che dovrebbe essere una figura di garanzia e un punto di riferimento istituzionale, gravano sospetti di un voto “inquinato” da una possibile compravendita di voti? Quale credibilità può avere un’istituzione su cui pesano tali ombre?»
    Ad oltre un anno dalla convalida degli eletti nella nota stampa i due consiglieri ricordano indagini che aveva coinvolto candidati, poi però non eletti in consiglio comunale, sostenendo che «noi personalmente non abbiamo cambiato metro di misura della legalità e dell’etica. Così come abbiamo sempre tenuto separati il “garantismo” giuridico, per cui ogni cittadino è potenzialmente innocente fino all’ultimo grado di giudizio, da quei doveri di moralità pubblica che impongono a chi rappresenta le istituzioni di essere al di sopra di ogni sospetto».

    g.g.

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