Sacal, presente e futuro passano non solo dal bando Enac per gestire gli scali di Reggio Calabria e Crotone

Entro il 10 ottobre il termine per presentare domanda di partecipazione, ma c'è da pensare anche alla gestione della spa

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Il bando per l’affidamento in concessione trentennale della gestione totale degli aeroporti di Reggio di Calabria e di Crotone (divisi in due lotti), pubblicato dall’Enac il 2 settembre, scadrà il 10 ottobre (con altri 30 giorni stimati per l’esito finale della procedura, che quindi diventerà effettiva dopo i vari controlli verosimilmente a partire dal 2017). La bagarre politica si è accesa però solo nelle 48 ore dopo l’ipotesi avanzata il 26 settembre dal cda della Sacal di chiedere all’assemblea dei soci la volontà di partecipare o meno a tale avviso, con nuovo scetticismo attorno alla società per azioni ed il suo management (il cui triennio di carica scadrà con il bilancio 2016, con rinnovo quindi che dovrebbe avvenire ad aprile 2017 e che dovrà seguire le nuove indicazioni del decreto 175 del 19 agosto 2016 sulle società partecipate), come già avvenuto in precedenza con le indagini che ancora non hanno avuto sentenze definitive.
    Dichiarate ormai fallite Sogas (per lo scalo reggino) e Sagas (per quello crotonese), l’assemblea dei soci della Sacal calendario alla mano non avrà molto tempo per prendere una decisione, né ci sarà grande spazio di confronto per come richiesto da sindacati e consiglieri comunali.
    Posto che partecipare al bando non è sinonimo di vincerlo, ed anche in quel caso non si dovrà far fronte ai debiti delle due società fallite, si dovrà scegliere tra tentare di rendere davvero la “Società Aeroportuale Calabrese” tale come recita la propria ragione sociale, o altrimenti rimanere a gestire lo scalo lametino, l’unico dei 3 calabresi realmente funzionante ma su cui rimangono da affrontare nell’immediato futuro almeno altre due “sfide” imposte dalle normative (avendo Lamezia superato con costanza i 2 milioni di passeggeri, limite invece non valicato dai restanti 2 scali).
    Entro fine 2016, infatti, si dovrebbero concludere i vari step della ricapitalizzazione societaria (imposta per legge viaggiando ormai l’aeroporto lametino oltre quota 2 milioni di passeggeri all’anno), con primo passo ad ottobre relativo ai soci attuali chiamati a confermare le proprie percentuali (con gli enti pubblici che, dopo aver ottenuto un primo rinvio, dovranno ora riuscire a far quadrare i conti per mantenere il proprio peso in percentuale), e solo successivamente la possibilità di acquisire (prima all’interno degli stessi soci, con percentuali però vincolate a quelle possedute, e solo successivamente al mercato esterno con i conseguenti rialzi possibili) le quote rimaste libere. Un percorso non semplice tanto per i soci pubblici che per quelli privati, i cui eventuali nuovi ingressi potrebbero essere legati sia al futuro dello scalo lametino che a quello più generale del piano industriale della Sacal (inevitabilmente di prospettiva diversa tra il gestire un solo scalo ed il dover invece ragionare su 3 diversi impianti).
    Infatti tra i criteri del bando figurano:

    • strategie societarie finalizzate allo sviluppo dell’attività aeroportuale e previsioni di traffico per il periodo concessorio (max 30 punti);
    • piano degli investimenti trentennale (max 30 punti):
    • progetto della struttura organizzativa che sarà resa disponibile dal concorrente ai fini della gestione della infrastruttura aeroportuale oggetto di concessione (max 20 punti);
    • piano economico finanziario (max 20 punti).

    Altro aspetto non secondario è quello della nuova aerostazione a Lamezia: un investimento complessivo di circa 50 milioni di euro, di cui 17 a carico delle risorse regionali del PAC e la restante quota a carico di Sacal. Entro fine anno, quindi, dovrà essere indetta la gara d’appalto dell’intervento che riguarda la costruzione di un nuovo edificio con una superficie totale di circa 24.000 mq che consentirà alla nuova aerostazione di sostenere un traffico di circa 3.500.000 passeggeri annui a regime.
    Altro vincolo di legge che deve essere rispettato a Lamezia è quello della messa su libero mercato dei servizi handling (altro tema su cui tanto si discusse al momento di mettere in pratica l’obbligo normativo): il 1 luglio è scaduto il termine dell’avviso per la selezione dei soggetti da ammettere alla trattativa privata per la cessione di una quota del 40% detenuta dalla Società Aeroportuale Calabrese S.P.A. nella Sacal Gh, ma ancora non è stato pubblicato l’esito. Da valutare se e come eventualmente tali servizi possano essere gestiti nei possibili due nuovi scali da gestire.
    Per Sacal, insomma, in caso di vittoria del bando non si potrebbe parlare di “società unica” (spauracchio social politico delle ultime ore) ma di “unica società” calabrese attiva nella gestione dei voli in transito dalla punta dello Stivale. Con un particolare in più: a Lamezia è già di stanza la direzione aeroportuale Calabria cui si ci dovrà rivolgere per effettuare il sopralluogo obbligatorio per lo scalo di Crotone (per Reggio Calabria la sede sarà quella dello stesso aeroporto in riva allo Stretto). 

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