«Il piano di riequilibro con questo trend potrebbe essere istinto anche con 2 anni di anticipo rispetto al 2024»

Rivisto lo strumento economico alla luce del debito idrico verso la Regione da pagare in 20 annni

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA

    Il piano di riequilibrio viene rivisto assorbendo anche parte del debito idrico, con valutazioni però non concordi tra amministrazione ed opposizione sui tempi e modi di rientro.
    Comunicato il deposito del verbale della seduta del 22 luglio, si passa al debito fuori bilancio di 14.166.151,10 euro verso la Regione Calabria relativo al servizio idrico fornito dal 1981-2004 (anche se in realtà il periodo in oggetto è solo quello 2000/2004) che sarà dilazionato in 20 anni con rate di 708.308 euro.
    Il sindaco Mascaro ricorda il riconoscimento del debito nel 2006 da parte della precedente amministrazione, ma degli oltre 17 milioni rateizzati in 10 anni si pagarono solo le rate del 2006 e 2007 per circa 3 milioni, con ultimi solleciti per la rimanente quota arrivati a settembre 2015. «Un debito di tale portata, stralciato ma non pagato in precedenza, è stato così subito comunicato al Ministero, data l’attuale situazione di piano di rientro», specifica il primo cittadino, «e con la Regione si è arrivati ad una nuova rateizzazione ventennale. Ora va riconosciuto come debito fuori bilancio da questo Comune, dopo il riconoscimento della giunta effettuato il 21 settembre ed il parere favorevole del nuovo collegio dei revisori dei conti del 28 settembre».
    Con un esposto alla Procura presentato dal sindaco il 17 marzo, responsabilità sui dirigenti ed amministratori precedenti vengono richiamate sia dai banchi della maggioranza che dell’opposizione, ricordando anche l’influenza dello stralcio nel 2013 del debito in merito al paventato rischio dissesto. 
    Al momento della votazione si registrano 16 favorevoli e 5 astenuti (Zaffina, Tropea, Gianturco, Villella, Piccioni).
    Passo successivo è così la seconda rimodulazione del piano decennale di equilibrio da parte dell’amministrazione Mascaro (redatto ad ottobre 2014, fu modificato a novembre 2015), necessaria per inserire l’appena approvato debito fuori bilancio per il servizio idrico.
    Nell’excursus legislativo sulla norma il sindaco Mascaro nazionalizza il problema dissesto da evitare, «tematica che viene affrontata in questa sala già dal 2013», snocciolando così i dati finanziari dell’epoca analizzati dalla Corte dei Conti per passare a quelli attuali: «l’anticipazione di tesoreria si attesta nel 2015 a 30.700.00 euro circa con 140 giorni per ricostruire tali fondi (nel 2013 erano 360), e al 22 settembre si è scesi a 7.204.359 euro nel 2016 stimando di chiudere l’anno attorno a 10 milioni e 80 giorni; i pignoramenti sul conto del tesoriere son passati da 2 milioni a 270.000 euro circa; i debiti di funzionamento da oltre 8 milioni arrivano a 2.471.000 attuali, quelli fuori bilancio (tra riconosciuti e pendenti) si attestano a 2.397.000 euro attuali (comprendente già la quota 2016 di 708.308 euro per la vicenda idrica con la Regione); nel 2016 con riserve di bilancio son stati pagati 1.200.000 euro circa per debiti esistenti; le passività potenziali rimangono sostanzialmente inalterate a 13.710.649,10 euro».
    Prevedendo che «il piano di riequilibro con questo trend potrebbe essere istinto anche con 2 anni di anticipo rispetto al 2024», ultimo passaggio è quello del personale, denunciando che «il nostro Comune, che già deve far fronte ai pareri della commissione del piano di riequilibrio, deve anche scontrarsi come tutti gli altri in Italia con le indicazioni del Governo. Se attualmente la dotazione organica è di 321 dipendenti, con i nuovi pensionamenti andrà nuovamente a scendere non potendo fare assunzioni se non per il 25% della spesa dei dipendenti che vanno in pensione. In pratica un’assunzione ogni 4 pensionamenti».
    Scetticismo sul trend viene invece confermato da Pasqualino Ruberto (Labor). «Gli elementi esposti hanno una loro valenza, ma potrebbero essere non priorità assoluta nella valutazione. Giusto essere ottimisti, in maniera moderata, ma vanno guardati anche gli altri elementi di sostenibilità della macchina comunale», richiamando così lo “scambio di post” con il sindaco ma anche i parametri ministeriali: «solo verso la Multiservizi c’è un debito di funzionamento importante con compensazioni che non coincidono, così come ce ne son altri potenziali verso associazioni per la richiesta di ulteriore documentazione. Serve un sistema contabile che unisca tutti gli uffici per avere reale contezza della situazione, e se sulla Tari sembra che la rateizzazione stia producendo effetti positivi non lo stesso per quanto riguarda l’Imu». Su quest’ultimo aspetto Zaffina (Pd) richiama l’attenzione del sindaco sulle “cartelle pazze” denunciate dall’Acu, con però rassicurazioni da parte del primo cittadino.
    La pratica passa così con 14 favorevoli e 6 astenuti (Zaffina, Tropea, Piccioni, Villella, Gianturco, Ruberto).

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