Polemiche ma non soluzioni alternative votate in consiglio comunale per l’Ente Fiera

Nel dibattito emerge però anche la proposta di trasferire tutto nell'ex cantina sociale e di modificare l'ente fiera in Spa

Più informazioni su


    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    L’Ente Fiera, dopo una discussione già avvenuta in precedenza, torna ad essere nuovamente oggetto di disamina in consiglio comunale 48 ore dopo la conferenza stampa della 46° Fieragricola (ma la richiesta era del 13 dicembre). Critiche sull’attuale gestione ma nessuna proposta alternativa o soluzioni di problemi ricorsivi (come la mancanza indicazione di dove poter collocare il polo fieristico stabile) viene votata in realtà.
    Pasqualino Ruberto (Labor) lamenta la mancata presa di posizione, per come deliberato in precedenza, contro la costituzione del polo fieristico a Catanzaro con la conversione dell’Arena Magna Graecia tramite i finanziamenti del Patto per la Calabria «ottenuto quando Galati era sottosegretario», ricorda Ruberto, «mentre a noi rimane una Fieragricola su cui il giudizio arriverà solo a fine manifestazione, ma preceduta da una serie di polemiche e senza un vero piano di impresa». Il consigliere di Labor riprendendo la precedente relazione dell’ente ricorda anche gli eventi promessi e non realizzati, su cui però il presidente dell’Ente Fiera, Vento, già in conferenza stampa sabato mattina aveva spiegato come motivo della mancata realizzazione la pochezza di adesioni.
    Citando il sito offline (e solo successivamente la conseguente mancanza di “amministrazione trasparente” che inficia anche la legittimità dei pagamenti dello stesso ente, oltre che la trasparenza della gestione tanto lamentata), Ruberto avanza il dubbio che «questa situazione incerta vada ad incidere sul bilancio consolidato del Comune, e non si ci può limitare a partecipare ad una conferenza stampa a pochi giorni dell’evento».
    De Biase (Acm) difende le scelte illustrate dal presidente sabato in conferenza stampa, ma condanna però le critiche che son arrivate da Francesco Ruberto, ufficialmente ancora componente della maggioranza e proprio dello stesso gruppo di cui De Biase è capogruppo. Lo stesso elogia anche il bilancio del nuovo ente, anche se l’unica edizione effettuata dalla presidenza Vento è quella del 2016 in cui  ancora non c’è un consuntivo (tempo limite per approvarlo è aprile).
    Francesco Ruberto riprende le accuse già avanzate in precedenza (compreso il mancato accesso agli atti, anche se gli stessi sarebbero dovuti essere già online ma questo aspetto non viene riportato), ribadendo però la volontà di supportare la Fieragricola «anche se l’attuale area coperta non è quella citata da Vento, e non è possibile che in un anno si faccia una sola manifestazione, organizzata all’ultimo minuto, o che si parli di trasferimento potenziale del polo fieristico. Non è nemmeno lecito che il cda non si sia mai riunito, o che ci siano revisori dimissionari da un anno».
    Zaffina (Pd) propone «l’ex cantina sociale come sede del polo fieristico», anche se il bene citato è da tempo tra quelli che vanno all’asta tra i beni alienabili e necessiterebbe di interventi strutturali (quindi finanziamenti per effettuare i lavori), Chirumbolo (Ncd) si affida al flusso dei ricordi delle passate 46 edizioni,  ammettendo che «la fiera è rimasta sempre locale o regionale e non di richiamo nazionale, ma senza grossi finanziamenti non si può fare il salto di qualità».
    Muraca (Lamezia Unita) lancia l’idea di «far diventare l’Ente Fiera una società per azioni con le altre società, pubbliche e private, ed enti ai fini della capitalizzazione» anche per «difendere il ruolo provinciale e regionale che era stato assegnato nel piano territoriale ma non riconosciuto, ed ottenere un salto di qualità».
    A chiudere il dibattito il sindaco Mascaro si dice non soddisfatto da come l’argomento è stato affrontato «perché non si è inquadrato il contesto, con un mondo fieristico nazionale in crisi con gli enti organizzatori in forte perdita, ma si cita una decisione provinciale che viene annullata da decisioni regionali precedenti. Senza visione complessiva continueremo la strada presa dalla politica negli ultimi 20 anni con questi esiti, con in più la differenza che nel 2016 l’Ente Fiera non ha avuto alcun contributo pubblico».
    Il primo cittadino si dice però concorde sulla «rivisitazione della mission dell’Ente Fiera, che ha già solo 30.000 euro di costi fissi all’anno tra il contratto di fitto di un capannone e quello di un solo dipendente. A 20 giorni dalla conclusione della Fieragricola sarà giusto fare un nuovo incontro, cosa mai avvenuta in passato».

    Più informazioni su