Dirty Soccer, discusso al Tar il ricorso della Vigor Lamezia. La sentenza non prima di un mese

Al Tribunale Amministrativo del Lazio la volontà di dimostrare l'estraneità dell'ex massimo dirigente nelle intercettazioni

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    Si è discusso oggi al Tar del Lazio, nella sezione 1 ter, il ricorso avanzato dalla Vigor Lamezia e dal suo ex presidente Claudio Arpaia (difesi dai legali Nicola Maione, Arturo Tancrini, Giancarlo Pittelli, poule difensivo in parte confermato dalle precedenze udienze avute con la giustizia sportiva) contro la retrocessione avvenuta in secondo grado dalla Lega Pro alla serie D la scorsa stagione per via dell’inchiesta Dirty Soccer.
    I legali dell’ex massimo dirigente biancoverde avevano già depositato in precedenza le proprie memorie, corredate da registrazioni audio e tabulati telefonici, atte a dimostrare l’erroneo riconoscimento di Arpaia dei contatti intercettati avuti con il resto degli indagati. Oggi il dibattimento davanti ai giudici del Tribunale Amministrativo, con presidente Germana Panzironi, Francesca Romana referendario, Francesca Petrucciani primo referendario, Alessandro Tomassetti e Rita Tricarico consiglieri, ma per avere la sentenza definitiva si potrebbe attendere un periodo non troppo breve (lasso di tempo dai 30 giorni ai 2 mesi quello ipotizzato).
    In caso di sentenza positiva (ultimo grado cui eventualmente presentare appello potrà essere solo quello del Consiglio di Stato) spetterà poi ai giudici amministrativi quantificare quale sarà il risarcimento danni (chiesti dai biancoverdi 5 milioni di euro per la presunta ingiustizia ed i danni d’immagine, oltre che economici), con l’aspetto economico in ballo al pari di quello sportivo (ma l’ammissione d’ufficio in una categoria diversa dall’attuale Eccellenza non è una via scontata, ed anche dipendente da un tipo di giustizia diverso).
    In altra sede, ovvero il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni, si dovrà poi decidere sul secondo filone dell’inchiesta Dirty Soccer che riguarda le ultime partite della Vigor Lamezia nella stagione 2014/15: se il Coni propenderà per i difetti di notifica, come deciso in primo grado, quella parte dell’inchiesta non procederà oltre senza ulteriori penalizzazioni.
    Gi.Ga.

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