Le proposte di Azione Identitaria per la non integrazione dei cittadini rom

Ipotesi più o meno plausibili, come prefabbricati fuori dai centri abitati

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    I militanti di Azione Identitaria nella notte hanno affisso uno striscione a Lamezia Terme nel quartiere Ciampa di Cavallo con su scritto “L’integrazione è una falsità, basta degrado in città”.
    «Abbiamo scelto per quest’azione uno dei luoghi della città ormai simbolo di degrado, come il quartiere Ciampa di Cavallo che, insieme a Scordovillo e San Pietro Lametino, rappresentano ormai vere e proprie polveriere a cielo aperto per via della situazione di ghetto, delinquenza e degrado ambientale che si è venuta a creare e di cui cui i rom residenti ne sono  protagonisti», si sostiene nella nota stampa, «i recenti servizi televisivi, mandati in onda dal tg satirico di Striscia la notizia, sono solo una piccola parte delle tensioni sociali che ormai si manifestano da troppi anni e verso cui non si è proceduto per una risoluzione definitiva della problematica nonostante le ordinanze di sgombero da parte della Procura della Repubblica (risalenti al lontano 2011). La responsabilità di questa situazione, ormai fuori controllo, è da addebitare alla classe politica locale che negli ultimi 35 anni non ha saputo fare altro che ricordarsi dei rom solo in prossimità delle campagne elettorali trasformando la bidonville di Scordovillo in un ghiotto bacino elettorale al quale attingere alla bisogna».
    Perché i cittadini rom son lametini a tutti gli effetti, presenti nelle graduatorie delle case popolari presenti nelle zone citate dalla stessa Azione Identitaria, che lamenta come «tutte le politiche integrative attuate, specie dalla sinistra negli ultimi 20 anni, sono miseramente fallite ed hanno altresi’ creato due “nuove” bombe etniche in città», proponendo di «ridare a questa comunità la propria identità e tradizione che con la forza ed anche i vari foraggiamenti a cascata piovuti addosso, si è cercato di cancellare. Imporre usi, costumi, tradizioni e modi di vivere a gente che non li accetta  è una grave forma di razzismo e di questo quasi nessuno ne parla. Chiediamo che ai rom residenti in città  che non hanno mai accettato il processo integrativo (la stragrande maggioranza), e che vivono pertanto in stretta comunità, venga revocata per legge la cittadinanza italiana, li si assista nella loro riacquisizione di status di nomadi attraverso specifici fondi europei messi a disposizione dall’Europa per la tutela delle minoranze etniche e vengano forniti i mezzi necessari per abbandonare il territorio lametino».
    Aspetti che, per cittadini italiani e lametini, non sarebbero attuabili, e la stessa Azione Identitaria suppone per i residenti di Scordovillo che «piuttosto che lasciarli vivere nel degrado, vengano dislocati in zone fuori dai centri urbani, in piccoli insediamenti lontani tra di loro e sistemati provvisoriamente in container, dotati di tutti i comfort necessari e relativi servizi igienici, debitamente serviti da linee di trasporto pubblico ma costantemente controllati da forze di polizia ed i militari dell’esercito», altro aspetto su cui le competenze son varie e l’effettiva applicazione ben poco probabile, anche se di alloggi abitativi con 10 zone individuate per l’allocazione aveva già deliberato la precedente amministrazione comunale.
    Gi.Ga.

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