Seminario di chitarra tenuto venerdì da Giovanni Pondera a Nocera Terinese

Sui metodi e repertorio pedagogico dagli autori dell’Ottocento ai contemporanei

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    Venerdì si è tenuto a Nocera Terinese, presso la Biblioteca Comunale “Ernesto Pontieri”, il Seminario  sulla Didattica Chitarristica “Guida ai metodi e al repertorio pedagogico dagli autori dell’Ottocento ai contemporanei”, tenuto da Giovanni Podera
    Considerato come uno dei più interessanti chitarristi-compositori e musicologi della sua generazione, Giovanni Podera promuove da anni con determinazione l’evoluzione della potenzialità espressive della chitarra.  Come interprete   e come compositore si è aggiudicato il primo premio in numerosi concorsi nazionali e internazionali, ma anche molti anche i riconoscimenti alla carriera .
    Attivissimo in campo editoriale ha pubblicato sue composizioni, testi musicologici e trascrizioni per le case editrici Bèrben, Curci, Sinfonica e Ottocento. Suoi lavori sono presenti anche in varie Antologie di musica contemporanea e sono incisi ed eseguiti da interpreti di tutto il mondo.
    Ritenuto fra i più rinomati e attendibili revisori ha inoltre pubblicato volumi dedicati ai principali chitarristi del passato   realizzati anche in collaborazione con Massimo Agostinelli, Angelo Gilardino e Giulio Tampalini con cui negli ultimi tempi ha dato vita ad una collana di opere monografiche, diteggiate e revisionate, pubblicata dalla casa editrice Curci .
    Per anni presidente dell’Associazione Bervenuto Terzi, ha svolto una funzione di primissimo piano nella promozione e divulgazione del repertorio per chitarra. Alla poliedrica attività artistica e di ricerca musicologica, affianca quella didattica: è da anni insegnante di chitarra presso il conservatorio di Bergamo, dove è stato docente anche di Metodologia dell’insegnamento strumentale e ha ricoperto il ruolo di Supervisore. 
    Il Seminario ha avuto inizio dalle origini della storia chitarristica, a partire dall’epoca Rinascimentale fermando l’attenzione sull’antica tecnica delle intavolature. Procedendo, in un excursus storico, si è posto il segno sui grandi autori della letteratura chitarristica dell’800 quali: Sor, Giuliani, Carcassi, Carulli, Legnani, Sagreras, assieme ad autori ritenuti erroneamente di second’ ordine quali Molitor e Matiegka; fino ad arrivare al pre-romanticismo  del XIX secolo con Mertz e al romanticismo vero e proprio, italiano, di Regondi e, spagnolo, di Tarrega, attraverso il quale si voltò decisamente le spalle allo stile sinfonico per concentrarsi sulla vocalizzazione delle linee e su una vocazione timbrica dello strumento. Parallelamente all’evoluzione della letteratura chitarristica, si è ovviamente dibattuto sull’evoluzione dello strumento stesso.
    La chitarra rinascimentale, armata di quattro “cori” mutò Nella seconda parte del sec. XVI, quando vi si aggiunse il quinto coro al grave. Sul finire del sec. XVIII, lo strumento abbandonò i raddoppi delle corde ma acquistò una sesta corda al grave e con queste sembianze in un primo tempo fu chiamata “chitarra francese”. Lo strumento subì un’ulteriore maggiorazione della cassa armonica, nonché un innalzamento della tastiera rispetto al piano armonico, ad opera del liutaio Antonio Torres, nella seconda metà del sec. XIX.
    A partire da ottobre inizierà un ciclo di seminari annuali dedicati alla storia della prassi chitarristica nei quali verranno trattati approfonditamente le varie fasi della storia della chitarra, attraverso autori, cenni storici e  collegamenti interdisciplinari. 

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