Mascaro replica a Piccioni ponendo quesiti di ‘legalità applicata alla pubblica amministrazione’

A 2 anni dalle elezioni continua il clima di aspro confronto tra vecchia e nuova amministrazione.

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    Dopo aver posto gli stessi quesiti ieri ad un destinatario assente, visto che insieme a tutta l’opposizione anche Rosario Piccioni aveva lasciato l’aula, torna alla carica il sindaco Paolo Mascaro rispondendo all’ultimo comunicato stampa dell’ex assessore della giunta Speranza.
    Ancora via Facebook (tra le tante figure mancanti, continua a non esserci in via Perugini un addetto stampa, né è arrivata risposta dal Ministero per procedere alla regolarizzazione della collaborazione per una figura che compaia come staff del sindaco), il primo cittadino chiarisce di essersi già esposto sull’operazione Crisalide sia durante la commemorazione mattutina e spettacolo serale in ricordo dei martiri Tramonte e Cristiano, sia ieri in consiglio comunale sul tema del rendiconto 2016, affermando che «chiunque resta direttamente o indirettamente coinvolto in inchieste di mafia deve, ferma restando ogni presunzione di innocenza, fare un immediato passo indietro». Al momento, per altro, si è fermi agli avvisi di garanzia recapitati agli ormai ex consiglieri Pasqualino Ruberto e Giuseppe Paladino, per quanto riguarda gli eletti in consiglio comunale.
    Come già richiesto ieri, probabilmente a decibel ben oltre la norma in aula, oggi nuovamente ma tramite il post della pagina il sindaco rilancia con altre domande rivolte all’esponente della precedente giunta in tema di “legalità applicata alla pubblica amministrazione”: «perché non è stata mai eseguita la sentenza “spes” che sin dal 2008 ha definitivamente condannato la criminalità mafiosa lametina ad ingente risarcimento danno? Ha avuto paura? Mascaro appena appresa la notizia in occasione di assemblea Ala ha dato incarico di agire subito volendo contrastare seriamente la mafia e non con mere parate. Perché sentenza esecutiva sin dal 2008 del Tribunale di Lamezia Terme nei confronti di 5 ex amministratori per importo complessivo di centinaia di migliaia di euro non è stata mai azionata con il rischio di danno erariale e comunque di mancato incasso per le asfittiche casse comunali? Forse perché alcuni di loro erano compagni di partito dell’assessore Piccioni? Mascaro appena lo ha saputo ha dato incarico per il recupero delle somme. Perché i 14 milioni di euro dell’acqua sono stati eliminati dai residui passivi con evidente falso in bilancio? E’ andato in Procura a chiarire? Mascaro va immediatamente appena legge il suo nome in qualsiasi notizia».
    Si passa poi ad altri aspetti: «perché ha riportato tra le spese di rappresentanza i caffè acquistati presso il distributore automatico del Comune? Ritiene vi rientrino? Mascaro è andato, invece, in treno in seconda classe a sue spese per recarsi per la Sacal all’Enac», anche se nei rimborsi spese pubblicati (quindi regolarmente rimborsabili) per quanto riguarda la precedente giunta compaiono solo le spese per i mezzi di trasporto e vitto/alloggio (le uniche che compaiono per l’amministrazione Mascaro son del 29 ottobre 2015 relative a 314,44 euro per il primo cittadino e 188,74 dell’allora vicesindaco Caglioti).
    Altro interrogativo è quello della mancata richiesta «alle associazioni alle quali ha affidato immobili comunali di volturare le utenze a loro nome, come espressamente previsto dalle convenzioni, ed ha invece continuato a pagare per anni con i soldi del Comune e quindi dei cittadini? Forse per clientelismo elettorale? Mascaro lo ha fatto ed ha chiesto anche gli arretrati».
    Nel dualismo tra precedente ed attuale amministrazione ci sarebbe anche il ruolo dei dirigenti (passati e presenti, in alcuni casi con figure che ancora operano in via Perugini anche se con ruoli diversi), ed organismi preposti a ricevere le denunce e stabilire le sanzioni, che non agiscono però su stimolo di post o comunicati stampa.
    A 2 anni dalle elezioni, insomma, continua il clima di aspro confronto tra vecchia e nuova amministrazione.
    Gi.Ga.

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