Un centro psico educativo di respiro regionale per i disturbi dello spettro dell’autismo partirà per 3 anni in via del Progresso

Cofinanziato da Progetto Sud, Cammine Verde e le rette dei familiari da 800 euro al mese

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    Un centro psico educativo di respiro regionale per i disturbi dello spettro dell’autismo partirà per 3 anni in via del Progresso, venendo presentato questa mattina nella struttura Sintonia dove è già attivo un centro di riabilitazione sempre curato dalla Progetto Sud.
    Don Giacomo Panizza, presidente del´associazione promotrice Comunità Progetto Sud, parla di «40 anni e mezzo di scommesse come comunità», citando i vari progetti avviati negli anni «che in diversi casi hanno anticipato poi le leggi specifiche. Anche in questo caso con l’autismo stiamo intercettando delle richieste emerse, avendo anche la fortuna di aver avuto un finanziamento di una fondazione straniera, “cammino verde” di Lugano, composta anche da emigrati italiani, per affiancare altri operatori ai nostri. Abbiamo ottenuto un comodato d’uso gratuito per metà dell’oasi Bartolomea in via del Progresso, in cui dovremmo effettuare qualche lavoro per adeguare gli interni».
    La responsabiles Angela Regio presentando il nuovo servizio rimarca come «abbiamo avvertito l’esigenza delle famiglie, specie in quelle con i figli più piccoli. Lavoreremo così per le politiche sanitarie sul trattamento, perché l’incidenza del fenomeno negli ultimi 10 anni è di 1:200 in Europa e 1:68 negli Usa, mentre ad oggi in Sincronia si son effettuati trattamenti a 50 utenti, per lo più bambini, non potendo però purtroppo dare sempre le risposte necessarie come interventi».
    La Regio precisa che «non è un centro diurno, comunità alloggio o centro semiresendiale, ma un centro che offre 3 moduli e 3 cicli (1 settembre – 31 luglio 2018, stesse date 2018-2019, 2019-2020): dai 18 mesi ai 5 anni (ogni ciclo prevederà 4 bambini); dai 6 ai 12 anni (4 bambini); 13 ai 18 anni (4 ragazzi). Le attività saranno varie a seconda dei moduli: i primi 2 avranno prime 2 settimane di terapia frontale, 2 settimane di stacco per verificare l’apprendimento in famiglia, e poi proseguire dal terzo all’undicesimo mese in modo diversificato a seconda dei bisogni dei bambini. La media mensile dovrebbe essere così di 36 ore. Nel terzo modulo le attività saranno maggiormente incentrate sull’agricoltura sociale, con media mensile di 54 ore».
    Sui costi si spiega che «le spese attualmente vanno dai 1.600 a 2.000 euro a persona, cui si aggiungono trasferimenti ed alloggio, per le famiglie non coperte dal sistema sanitario nazionale. Il contributo richiesto alle famiglie per questo progetto è invece di 800 euro al mese, potendo rientrare nelle agevolazioni fiscali già previste per legge».
    Entro l’8 luglio potranno pervenire le richieste per persone che hanno già una diagnosi certa di Dsa, selezionando 12 persone che inizieranno i cicli dal 1 settembre. Una volta conclusi gli 11 mesi, due le scelte: continuare le attività ma fuori dal progetto (con quindi costi a carico totalmente della famiglia), uscire dall’intensività e affidarsi alla riabilitazione già esistente.
    L’equipe sarà formata da 6 professioniste del settore (psicologhe, esperte della psicomotricità, etc), in qualità di direttore del CPEA, a Sergio Cuzzocrea è affidata la relazione scientifica, con supervisori gli psicologi Leonardo Fava ed Angela Vinci.
    Gi.Ga.

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