«Basta intromissioni politiche e di potere all’interno della Sacal»

A De Felice viene chiesto di meditare su quelle che sono le necessità, organizzative, finanziarie e di sviluppo 

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    Se ufficialmente l’unica dichiarazione è quella del sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, che in consiglio comunale ha smentito dimissioni da parte del presidente della Sacal, Arturo De Felice, per il consigliere regionale  Mario Magno «in un momento particolarmente delicato, in cui Sacal oltre a gestire l’aeroporto di Lamezia Terme ha assunto la governance degli scali di Crotone e Reggio Calabria, appare fuori luogo la presa di posizione di chi non vuole il bene della società, ma piuttosto intende affermare il proprio predominio politico-gestionale, approfittando anche della situazione di difficoltà che sta attraversando l’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme. Sarebbe opportuno – continua il consigliere regionale – che gli Enti Pubblici, quali Regione Calabria, Provincia di Catanzaro, Comuni di Lamezia Terme e Catanzaro, nonché la Camera di Commercio di Catanzaro, non ostacolino e non si intromettano negli equilibri che sono derivati da una democratica elezione del consiglio d’amministrazione avvenuta all’interno dell’assemblea dei soci. In questa sede ognuno ha lavorato per dare un assetto equilibrato alla composizione del cda allo scopo di rilanciare l’aeroporto di Lamezia Terme, determinante per lo sviluppo infrastrutturale e turistico della nostra regione, e di consentire la riorganizzazione e la ripresa degli atri due scali calabresi».
    Magno sostiene che «la parte pubblica ed in particolare la Regione Calabria, metta a disposizione energie e risorse finalizzate al rilancio del sistema aeroportuale calabrese, anziché fare promesse di rilancio degli scali senza dare nessun sostegno concreto. L’assemblea dei soci, infatti, è tenuta a svolgere il proprio ruolo nell’ambito di quelle che sono le competenze ad essa assegnate: basta condizionare le scelte democraticamente effettuate rispetto ai ruoli di presidente e membri del consiglio d’amministrazione».
    A De Felice viene chiesto «di meditare su quelle che sono le necessità, organizzative, finanziarie e di sviluppo della Sacal in un momento particolarmente difficile delle istituzioni e dell’economia calabrese. Occorre innanzitutto valorizzare le singole professionalità dei membri del cda, senza pensare a costosi consulenti esterni o direttori generali compiacenti e suggeriti da qualcuno in alto, spronando gli stessi a mettere il loro impegno e le loro competenze al servizio della società. Chi pensa che la Sacal possa diventare terreno di conquista di appetiti degli attuali governanti regionali o di città metropolitane o di mire di nuovi masanielli per eventuali future candidature nazionali si sbaglia di grosso». 

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