«Bisogna recuperare e sanare tale abusivismo in un progetto di “rigenerazione urbana” con precise regole»

Si sono riuniti in un comitato i possessori degli stabili negli ex villaggi agricoli di Sant’Eufemia, Golfo Vetere e San Pietro Lametino

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    Si sono riuniti in un comitato i possessori degli stabili negli ex “villaggi agricoli di Sant’Eufemia, Golfo Vetere e San Pietro Lametino”, lamentando che «l’Agenzia del Demanio ha letteralmente sbolognato al Comune proprietà rinnegate tra Consorzio di Bonifica, agenzie delle entrate (ex intendenza di finanza) e agenzie per il territorio (ex Demanio); ma anche proprietà non concesse: quelle ai legittimi possessori e/o proprietari o comunque utilizzatori storici dei beni. Un plauso sicuramente va al sindaco Paolo Mascaro che ha avuto il coraggio di accettare e firmare la transazione, ma è questa la torbida situazione delle case di alcuni terreni degli ex “villaggi agricoli di Sant’Eufemia, Golfo Vetere e San Pietro Lametino”».
    Il comitato costituito anni fa, e presieduto da Antonino Rappoccio, mette in guardia l’amministrazione comunale di Lamezia Terme «che tutta la vicenda sia una brutta gatta da pelare.
    È altresì disponibile a supportare il Comune, con un gruppo di propri tecnici esperti qualificati, nelle numerose criticità che emergeranno col trasferimento dei beni al nostro Comune. Beni di cui lo Stato, nelle sue varie forme ed emanazioni, si era dimenticato e lasciato all’incuria, che oggi la consegna dei tre luoghi demaniali, a titolo non oneroso con la procedura del c. d. “federalismo demaniale” per la valorizzazione dei portafogli immobiliari pubblici. Il Comune di Lamezia Terme potrà, in tal modo, disporre di beni statali con risultati tangibili per l’intera comunità locale.
    Per queste motivazioni, il comitato intende vigilare su possibili speculazioni a scapito dei legittimi proprietari e invita l’amministrazione comunale a predisporre atti di indirizzo, protocolli, declaratorie per tutelare coloro che per tanti decenni hanno provveduto faticosamente alla manutenzione e al miglioramento di questi beni immobili, che senza questi interventi sarebbero fabbricati, fatiscenti e inagibili».
    Oggi il comitato ritiene che «bisogna recuperare e sanare tale abusivismo in un progetto di “rigenerazione urbana” con precise regole rispetto allo stile architettonico ed una uniforme tipologia e caratteristica urbana per rendere vivibile e fruibile i siti interessati all’intera comunità lametina con specifici inserimenti di servizi di pubblica utilità, laboratori artigianali a vocazione turistica.
    Ma anche il dubbio giuridico, fortemente fondato, se i beni siano stati o possono ancora ritenersi di proprietà statale. Il punto adesso, che persegue il comitato, è capire se uno Stato lontano e assente, tramite l’ente comune Lamezia, intende e vuole risolvere questa intricata vicenda, senza ledere diritti o interessi legittimi o peggio voglia inventare qualche altro indigesto pastrocchio dopo 85 anni di colpevole latitanza».

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