Presentato in loco il libro ‘La Cattedrale di Nicastro dal 1638 ad oggi’

Storia della chiesa che si affaccia su corso Numistrano

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    Il 27 marzo 1638 la città di Nicastro e i comuni circostanti vengono sconvolti da un terribile terremoto. Le scosse fanno crollare la Cattedrale normanna di Nicastro, consacrata da Papa Callisto II nel 1122 e fatta erigere dalla principessa Amburga nel 1100. Nemmeno due anni dopo il terremoto, sotto la guida del nuovo Vescovo Tommaso Perrone, inizia il lungo iter di ricostruzione della Cattedrale che ha portato, attraverso i secoli, al Duomo attuale su Corso Numistrano. Inizia da qui il percorso ricostruito dal giornalista Massimo Iannicelli nel libro “La Cattedrale di Nicastro dal 1638 ad oggi”, presentato ieri nella Cattedrale di Lamezia Terme nel contesto della novena dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città e della diocesi lametina.
    «Un libro che colma una lacuna nel racconto della storia della nostra Chiesa diocesana e della nostra città. Un lavoro che certamente non pretende di essere esaustivo, ma come ogni lavoro storiografico è sempre aperto a nuovi contributi. Era importante che venisse pubblicato per raccontare alle nuove generazioni e a tutti i lametini, credenti e non, come la storia di questa Cattedrale si sia intrecciata con le vicende politiche, economiche, militari del nostro territorio. Per sottolineare il rapporto speciale con questa comunità  di tanti vescovi della nostra Diocesi, che misero a disposizione i loro beni per sfamare i poveri nicastresi e per costruire la Cattedrale: penso, solo per citarne due, al Vescovo Tommaso Perrone che avviò il processo di ricostruzione dopo il sisma, e al Vescovo Berlingieri che donò alla Cattedrale tutte le rendita della sua mensa e distribuì mille ducati ai poveri di Nicastro e Martirano» ha detto l’autore nel suo intervento soffermandosi con il pubblico su particolari storici ed artistici di alcuni elementi che costituiscono la Chiesa madre della Diocesi lametina, raccontati sulla base di documenti storici messi insieme da Iannicelli con un accurato lavoro scientifico durato oltre vent’anni. 
    «Ho voluto consegnare alla comunità diocesana – ha proseguito l’autore –  un dono di fede e d’amore, per ricordarci sempre che questa è la casa del Signore, dove è radicata la storia della città e della nostra Diocesi, dove tutti ci riconosciamo una sola comunità. Sarebbe bello che Lamezia attingesse al suo passato per capire che ancora oggi ci sono energie vive e positive, come nel passato, che devono poter emergere per migliorare la città».
    Dettagliata la relazione dello storico Vincenzo Villella che si è soffermato in particolare sulle due statue presenti sulla facciata della Cattedrale, voluti dal Vescovo Valensise nei lavori di restauro avviati alla fine dell’ 800, che ricordano i due vescovi della Diocesi di Nicastro poi diventati Papi: Giovanni Antonio Facchinetti de Nuce che divenne Papa Innocenzo IX e Marcello Cervini degli Spannocchi poi Papa Marcello II. Di quest’ ultimo, Villella ha sottolineato lo stile sobrio, con tratti che ricordano l’attuale pontefice Papa Francesco.

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