Piccioni lamenta un mancato rimpasto totale della giunta Mascaro

Il consigliere di opposizione non condivide neanche la scelta di De Sarro di dimettersi solo da presidente del consiglio

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    «Fermo restando il massimo rispetto per i due professionisti nominati nella giunta Mascaro, Stefania Petronio e Giuseppe Costanzo, ai quali colgo l’occasione per augurare buon lavoro, ieri il Sindaco Mascaro ha dato ancora una volta dimostrazione dell’abissale distanza tra parole e fatti: discontinuità e cambiamento annunciati solo come slogan e neppure minimamente concretizzati». Commenta così Rosario Piccioni, consigliere comunale di Lamezia Insieme, le scelte annunciate ieri dal primo cittadino, lamentando che «in consiglio comunale il Sindaco aveva annunciato una giunta di alto profilo, con personalità esterne ai partiti e ai giochi politici, una giunta che rappresentasse tutta la città e magari riscattasse l’immagine stessa dell’amministrazione dopo l’operazione Crisalide», anche se queste erano le richieste dell’opposizione, non di Mascaro.
    L’ex assessore della giunta Speranza contesta a Forza Italia che «prima chiede discontinuità e cambiamento e poi si accontenta di un posticino in giunta. Quale cambiamento e discontinuità vedono i rappresentanti di Forza Italia? Assolutamente nulla! E intanto a nemmeno ventiquattro ore dalle sostituzioni in giunta, con le dichiarazioni al vetriolo di Chirumbolo e Isabella, iniziano i primi malumori da parte degli esclusi delle forze di maggioranza».
    Piccioni non condivide neanche «le dimissioni da presidente del consiglio comunale di Francesco De Sarro, che però resta consigliere di maggioranza. Le dimissioni da presidente del consiglio avrebbero avuto un senso un anno fa. Se, come ha fatto capire il primo cittadino, la posizione di De Sarro è  apparsa improvvisamente scomoda alla luce dell’operazione Crisalide, il Sindaco avrebbe dovuto essere consequenziale e chiederne le dimissioni anche da Consigliere comunale. Così come ha fatto con la Raso. E invece due pesi e due misure. E la corsa alla nuova presidenza, già dalle prime mosse, si annuncia come un’ ulteriore notte dei lunghi coltelli all’interno della maggioranza.  Sembra di tornare a fine giugno 2015, al consiglio comunale di 10 ore per eleggere il presidente del consiglio». 
    Il sindaco ha però il potere di revocare gli assessori, non i consiglieri comunali, i quali avrebbero potuto (bastavano 8 firme) sfiduciare il presidente del consiglio e chiederne l’elezione di un altro. Altro aspetto non avvenuto.
    g.g.

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