Da bene confiscato alla mafia diventa ostello della carità in 15 mesi

L'immobile consegnato consiste in una costruzione a 2 piani, con il piano primo composto da 7 vani, per una superficie di 167 mq, con terreno di pertinenza di 3.889 mq

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Da bene confiscato alla mafia, ad ostello della carità (mutando l’idea originale di creare il villaggio della carità che sarebbe dovuto sorgere in via Indipendenza, poi non più possibile per nuovi vincoli sismici, con i container non più utilizzabili avendo subito un incendio doloso), senza però modificare le finalità: in via Salvatore Raffaele è stato consegnato l’immobile alla Caritas (che lo gestirà per 30 anni), le cui risorse originarie son state così divise tra la conversione dello stabile ed altri progetti “spacchettati” rispetto a quello di via Indipendenza da realizzare in altre zone della città.
    Se il piano superiore sarà dedicato al tema dell’accoglienza di 5 persone immigrate in fuga dalla guerra, le prime attività partiranno al piano terra, che sarà dedicato ai giovani (ad agosto arriveranno operatori da Mantova per fare un’esperienza con Don Giacomo Panizza), aspetto su cui si concentra il vescovo Cantafora: «buoni cristiani lo si diventa, abbiamo bisogno di esempi, progetti come questi. Lamezia si è confermata una comunità generosa, ma anche con risorse preziose come i giovani».
    Il sindaco Mascaro parla di «una comunità che a volte si rassegna, ma davanti ad inaugurazioni come queste non può mancare la speranza. Si parte da un bene confiscato alla criminalità, mura che erano state costruite con la sopraffazione dell’uomo sull’uomo, e si riusciti ora a convertirlo riparando anche le opere di vandalizzazione che chi lasciava il bene ha messo in atto per renderlo inutilizzabile», ripercorrendo l’iter burocratico «che è stato, per i tempi medi, molto più veloce. In 15 mesi siamo riusciti in un miracolo, ovvero consegnare un bene dopo i lavori, superando anche il vile gesto successo in via Indipendenza. Oggi abbiamo un luogo che salva la gioventù, la stessa che a Trame ha mostrato il migliore lato di questa città, tendendo la mano ai sofferenti senza badare ad alcune distinzione».
    Secondo il primo cittadino «alle ombre che offuscano questa città, Chiesa ed Istituzioni oppongono fatti concreti, ridando alla comunità beni costruiti dal malaffare. Da qui a breve avremo 2 altri bandi per assegnare beni confiscati, per dimostrare con fatti concreti che la lotta alla mafia è vissuta in ogni istante della giornata».
    Soddisfatto anche Pasquale Mercuri, vice dirigente del Commissariato di Polizia di Lamezia Terme, secondo il quale «la consegna va anche a dare una soddisfazione ulteriore ai colleghi che hanno condotto le operazioni che hanno portato poi alla confisca del bene»
    L’immobile consegnato consiste in una costruzione a 2 piani, con il piano primo composto da 7 vani, per una superficie di 167 mq, con terreno di pertinenza di 3.889 mq.

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