Un supermercato Coop al posto del campo rom di Scordovillo proposto dall’Adusbef

Lucia Alessandra Cittadino e Nicolino Panedigrano lanciano la proposta all'Icom, che però ha già terreni in via del Progresso

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    A nome dell’Adusbef (associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari) Lucia Alessandra Cittadino e Nicolino Panedigrano vogliono proporre «a Coop Alleanza 3.0, a Noto e al Comune di Lamezia di ragionare concretamente per cooperare ad un intervento sociale della Coop (cosa già sperimentata in altri territori) teso a realizzare singoli insediamenti abitativi distribuiti sul territorio comunale in cambio di una concessione a lungo termine alla Coop ed a Noto dell’area comunale di Scordovillo per l’intervento commerciale che hanno in mente (fermi restando i controlli di legalità sul loro progetto)», anche se la domanda a costruire presentata dall’Icom verte sui terreni in via del Progresso già di proprietà della società che più di 10 anni fa aveva ipotizzato l’insediamento commerciale del Borgo Antico. Inoltre tutta l’area di Scordovillo sarebbe prima da sgomberare, bonificare, e ricostruire con costi probabilmente più alti rispetto all’insediamento che sorgerebbe allo svincolo della superstrada.
    I due legali si appellano infatti al fatto che, tra gli scopi sociali del soggetto privato, ci siano «contribuire alla difesa dell’ambiente promuovendo e sostenendo iniziative in tal senso; sostenere iniziative di difesa e tutela della legalità, promuovere e praticare i diritti di cittadinanza, la cultura della legalità democratica; partecipare, anche con oblazioni e liberalità, a tutte quelle iniziative idonee a diffondere ed a rafforzare i principi della mutualità e della solidarietà nell’ambito del territorio e delle comunità in cui opera».
    Secondo i rappresentanti dell’associazione «oltre alla soluzione della questione del campo rom, i vantaggi per la città sarebbero tanti. Lamezia, come ci ha detto anche il noto ambientalista Salvatore Settis, non ha bisogno di ulteriori espansioni urbanistiche, ma anzi urge ricucire il suo sfrangiato tessuto urbano e tutelare il suo paesaggio e (per quel che riguarda l’area in cui Noto voleva costruire il Borgo Antico) anche alcune importanti falde acquifere. L’area di Scordovillo è a ridosso di importanti insediamenti residenziali (sia recenti che storicizzati), di servizi pubblici quali scuole, Commissariato di PS, Ospedale e Casa Comunale, nonché a due passi dalla stazione ferroviaria di Nicastro, dall’area scolastica principale e dal Tribunale. Non solo l’area dovrebbe essere appetibile per un insediamento di grande distribuzione, ma, se ben fatta e arricchita da servizi pubblici, si potrebbe trattare di un’operazione di ricucitura urbanistica di tutta l’area».
    Si ci rivolge così ad «Italia Nostra, ma anche a tutto l’associazionismo civico lametino, di prendere direttamente in mano, in un momento molto critico per la città, le questioni sociali più intricate e mai risolte per fare in modo che sviluppo e crescita sociale non vengano magari gestiti (soprattutto se dovesse arrivare una terza Commissione straordinaria post scioglimento per mafia) soltanto con una asfittica ottica burocratica». Se non fosse che leggi e norme son quelle da rispettare, al di là delle buone intenzioni.
    g.g.

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