Contestazione ma non proposte di rinascita attualmente per la Vigor Lamezia

Superata la data del 13 luglio, termine ultimo per l'iscrizione non avvenuta al prossimo campionato, in città rimane la delusione dei tifosi biancoverdi

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Di costante c’è la polemica e la contestazione (sfociata in nuovi striscioni affissi oggi in città), di incerto un futuro che ad oggi non è ben chiaro se e dove sarà, visto che nessuno ufficialmente sta prendendo una posizione o fornendo una proposta.
    Superata la data del 13 luglio, termine ultimo per l’iscrizione non avvenuta al prossimo campionato della Vigor Lamezia, in città rimane la delusione dei tifosi biancoverdi, con destinatari delle invettive vecchi e potenziali nuovi soci, allargando il tutto ai vertici istituzionali e rappresentanti politici, stampa, addetti ai lavori: da tempo indigesti, gli stessi son ritenuti ora principali colpevoli della mancata iscrizione di una squadra che dopo Dirty Soccer aveva perso appeal in primis da parte del proprio pubblico, ora però tornato a farsi sentire in versione prefica addolorata e rancorosa.

    Già lo stesso 13 luglio i volantini della “collina non autorizzata” son tornati copiosi ad apparire sui muri della città, sfiduciando gli eventuali cambi societari, come già in passato accaduto con quel “Cantafio Vattene” che se contestualizzato nei giorni nostri sarebbe potuta essere una campagna virale con tanto di hashtag dedicato.
    Nel 2017 però, dopo anni di contestazioni ed inviti a “liberare la Vigor”, è avvenuto quanto richiesto ma con un epilogo non preventivato: disimpegno totale da parte dei soci Butera ed Arpaia, nessuno pronto a prendere le redini della società (che in quanto srl ha precisi obblighi anche per quanto riguarda la rateizzazione dei debiti, noti e nuovi, derivanti in gran parte dai mancati incassi per le conseguenze di Dirty Soccer, crack Parma, vicende personali di soci), e polemiche verso anche i soci (new entry o di rientro) pronti a dare una mano che prendendo atto della situazione hanno effettuato un passo indietro comportando la mancata iscrizione della squadra a tutti i livelli.
    Rimangono così le accuse, ma in forma diversa: prima l’invito era a dimettersi e lasciare campo libero; ora di aver abbandonato la nave, sebbene più volte incitati a farlo.

    Se il passato però non si può più mutare (online si rifanno anche i conti su quanti anni avesse realmente la Vigor Lamezia, revisionando pure le stagioni più recenti della Lega Pro), dallo stesso si potrebbe apprendere una lezione: l’intenzione di mutare i vertici societari era nota (nonché richiesta), ma alla fine non si è riusciti a lavorare per tempo affinché ciò avvenisse (a gennaio si sarebbe potuto, per esempio, sfruttare l’unico sussulto stagionale che ha comportato la vittoria della Coppa Italia regionale per imbastire una trattativa più lunga con passaggio di consegne a fine campionato, quando anche gli strascichi di Dirty Soccer sarebbero terminati). I livelli più bassi del calcio calabrese non avranno il fascino della Lega Pro, ma hanno minori costi e regole meno restrittive rispetto al vituperato “calcio moderno”.
    La Vigor non è stata l’unica realtà sportiva in crisi in città, ma se altrove si son trovate soluzioni o chiusure con meno clamore mediatico e di piazza (e senza sostegni poltico/istituzionali), per i biancoverdi ora si dovrebbe trattare di ripartire da zero, e dietro la contestazione non si scorge ancora un progetto di rinascita (non potendo più parlare di rilancio) nonostante si predichi sostegno e dedizione.
    Anche i ragazzi del settore giovanile (così come le varie persone che hanno lavorato in questi anni con e per la Vigor) son liberi di accasarsi dove riterranno opportuno, e lo stesso tecnico della juniores2016/17, Danilo Fanello, nel prossimo campionato siederà sulla panchina della prima squadra del Sambiase in Promozione, con probabile progetto di “linea verde” che potrebbe aggiungere ai già validi giovani del club di via Savutano (nelle ultime 2 stagioni arrivati alle fasi finali del campionato di categoria) anche qualche elemento dei biancoverdi che in caso di Eccellenza sarebbe passato in prima squadra in via Marconi (ed anche il “D’Ippolito” potrebbe cambiare gestione, scadendo a fine mese quella della Vigor Lamezia).
    Curiosamente, poi, per una società che muore, altre in differenti sport nascono o annunciano ambizioni di salti di categoria, anche se nessuna si trova a competere per la vittoria nel massimo campionato di propria competenza. Come nel calcio, anche altrove esistono deficit strutturali, organizzativi ed economici che a Lamezia non si riescono a risolvere, nonostante la città della piana sia rappresentata in quasi tutti gli sport da una o più società (alcune avversarie sia dentro che fuori il campo di gioco). Aspetti “di sistema” che dovrebbero essere argomento di confronto magari della consulta dello sport a livello comunale.

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