Sequestrati beni per 2 milioni di euro da parte della Guardia di Finanza alla criminalità organizzata

Operazioni tra Calabria e Piemonte

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    Gli agenti della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, coordinati dalla Procura della Repubblica – D.d.a. – hanno dato esecuzione al sequestro, in Calabria e Piemonte, di beni immobili e mobili, aziende e disponibilità finanziarie riconducibili ad un esponente di spicco, ed ai suoi prestanome, di una pericolosa cosca di ‘ndrangheta lametina, per un valore complessivo stimato di circa 2 milioni di euro.
    I finanzieri di Lamezia Terme, coordinati dalla Procura della Repubblica – D.d.a. – hanno infatti dato esecuzione al sequestro, in Calabria e Piemonte, di beni immobili e mobili, aziende e disponibilità finanziarie riconducibili a Giorgio Galiano, 63 anni, esponente di spicco della ‘ndrangheta lametina. Secondo le indagini degli inqurenti, Galiano da circa un ventennio milita tra le fila delle cosche; dapprima avrebbe fatto parte dei Torcasio fino al 2004, anno in cui, in seguito ad un attentato omicidiario posto in essere ai suoi danni dalla stessa organizzazione criminale d’appartenenza, sarebbe passato alla cosca dei Giampà.
    Il provvedimento della magistratura, adottato ex d.lgs. 159/2011, è stato emesso dal tribunale di Catanzaro – sez. seconda penale – su conforme richiesta del procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro, sulla base delle informative del gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme.
    Le indagini della guardia di finanza hanno consentito di mettere pienamente in luce la spiccata pericolosità sociale dell’indagato e la dedizione dello stesso al compimento di gravi reati, dei cui proventi egli ed i suoi familiari hanno vissuto abitualmente, in modo agiato, per anni; per cui e’ stata richiesta e ottenuta anche l’applicazione della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di 5 anni.
    I mirati accertamenti patrimoniali e reddituali delle fiamme gialle, condivisi dalla procura della repubblica in intestazione, hanno infatti dimostrato che i beni nella disponibilita’ del prevenuto sono di valore del tutto sproporzionato ed ingiustificato rispetto ai redditi leciti dichiarati ed al tenore di vita mantenuto dall’indagato. Cio’ ha consentito alle “fiamme gialle” di fornire alla magistratura un solido quadro indiziario per disporre il sequestro dei cespiti patrimoniali, rivelatisi di origine illecita o ingiustificati nel loro possesso.
    Nello specifico, la misura ablatoria appena eseguita dai finanzieri di Lamezia Terme ha riguardato:

    • 5 appartamenti di pregio, di cui uno ubicato in Piemonte e gli altri in Calabria;
    • 3 fabbricati adibiti ad opifici industriali e artigianali, di cui uno ubicato nella stessa regione settentrionale e i rimanenti in Calabria;
    • 4 grossi appezzamenti di terreno edificabili ed agricoli, con annessi fabbricati pertineziali, ubicati nel lametino;
    • 7 magazzini situati in Calabria e Piemonte;
    • 5 imprese avviate, fra cui tre società di capitali operanti in varie aree d’Italia soprattutto, fra l’altro, nel settore degli alimentari;
    • 4 polizze vita, cassette di sicurezza e disponibilità finanziarie presso vari istituti di credito

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