Uneba, Anaste ed Agidae interessano il Prefetto di Catanzaro sui pagamenti inevasi dell’Asp di Catanzaro

Nell'effetto a catena problemi con fornitori e dipendenti

Più informazioni su


    Per cercare di risolvere la situazione in cui versano le strutture socio-sanitarie ricadenti nel territorio dell’Asp di Catanzaro, un incontro è stato richiesto da Uneba, Anaste ed Agidae  al Prefetto di Catanzato lamentando che «tutte le strutture del comprensorio versano in gravissime difficoltà economiche per l’incomprensibile atteggiamento assunto dall’Asp di Catanzaro che omette i dovuti pagamenti. La situazione sta mettendo a serio rischio l’erogazione delle prestazioni atteso che l’Azienda Sanitaria è ferma al pagamento della quota sociale delle rette al mese di settembre 2016, e per la quota sanitaria è ferma al pagamento del mese di gennaio 2017. Una situazione incomprensibile ed inaccettabile, più volte evidenziata ma non risolta. Non esistono motivi che possano giustificare il gravissimo ritardo nei pagamenti, ancor di più ove si pensi che l’Asp di Catanzaro sembrerebbe essere l’unica tra le Aziende Sanitarie della Regione ad averlo maturato».
    Le 3 sigle ipotizzano che la situazione rischia di portare all’interruzione delle prestazioni in quanto gli erogatori non sono più in grado di far fronte alle costose spese di gestione, e quindi ai pagamenti nei confronti dei fornitori di beni e servizi nonché degli stessi dipendenti. L’Asp di Catanzaro è l’unica a non aver ancora dato esecuzione al DCA n. 87 del 9 agosto 2016 che la obbligava al pagamento nei confronti di una serie di erogatori di una somma concordata a titolo transattivo all’esito di un lungo contenzioso che ha visto pure l’intervento del Prefetto di Catanzaro nella veste di Commissario ad acta per l’esecuzione del giudicato. A distanza di un anno dal decreto l’Asp continua ad omettere il dovuto pagamento nonostante il dca 87/2016 indichi chiaramente le somme da corrispondere ai singoli erogatori. Ed a nulla son valsi i numerosi solleciti, diffide e messe in mora che non hanno “stimolato” neppure una risposta di spiegazioni e/o chiarimenti da parte dell’Asp».
    Nell’effetto a catena che si genera «i lavoratori minacciano scioperi a causa della inverosimiglianza della circostanza che le strutture non ricevano, per periodi così lunghi, i dovuti corrispettivi per le prestazioni erogate o che un Decreto immediatamente esecutivo non abbia portato, a distanza di ben un anno dalla sua pubblicazione, alla corresponsione delle somme in esso specificate».

    Più informazioni su