Il centro antiviolenza Demetra presenta un progetto rivolto alla donne marocchine di prima e seconda generazione

Con 'Assaggi resilienti – percorsi di presa in carico per donne migranti' parteciperà all'avviso emanato dalla Presidenza del Consiglio – Dipartimento Pari Opportunità

Più informazioni su


    Il centro antiviolenza Demetra con il progetto “Assaggi resilienti – percorsi di presa in carico per donne migranti” parteciperà all’avviso emanato dalla Presidenza del Consiglio – Dipartimento Pari Opportunità per il finanziamento di progetti volti alla prevenzione e contrasto alla violenza alle donne anche in attuazione della convenzione di Istanbul.
    Nel costo totale del progetto, di durata di 18 mesi, pari ad 99.061 euro, il Comune di Lamezia Terme cofinanzierà 3.588 euro corrispondente al costo della risorsa professionale con funzione di coordinamento.
    Il centro Demetra (composto da Comune di Lamezia Terme ente capofila, Associazione Mago Merlino, Associazione Comunità Progetto Sud, Associazione italiana Donne Medico, sociazione Italiana avvocati per la famiglia e per i minori, Centro Lametino di Educazione Sociale, Associazione Rinascita del Mediterraneo) nel presentare il progetto rimarca come «l’esperienza passata testimonia come, anche tra le etnie diverse, serpeggi scarso rispetto per la donna ed il suo ruolo. Oggi però a distanza di anni dalla sua presenza, ha constatato la fatica che le donne immigrate fanno nell’accesso a questo servizio, ma anche la fatica che il centro stesso fa nel raggiungere ed informare le donne di questa etnia».
    Target principale saranno le donne magrebine di prima e seconda generazione. Infatti nel 2015 nella sola città di Lamezia Terme risultano residenti 4.700 stranieri, di cui 1390 sono di nazionalità marocchina, prevalentemente nel quartiere Bella. I comuni di Gizzeria e di Falerna rientrano tra quelli a più alta densità di presenza straniera e sono territori serviti dal Centro di Ascolto. Gizzeria al 2015 ha 830 residenti stranieri e di questi 488 sono di nazionalità marocchina. Falerna ha al 2015 562 residenti stranieri e di questi 562 sono di nazionalità marocchina. 
    «La presenza femminile è un dato che non può passare inosservato, poiché in alcuni casi sono le donne che necessitano di liberarsi dal gioco maschile e realizzate momenti di integrazione sociale e culturale, sia per i rapporti che intrattengono con la sanità (pediatria di base o ginecologia) sia con il mondo dell’istruzione (scuole primarie)», si spiega nella scheda del progetto, «viene richiesto sempre più frequentemente la consulenza legale e psicologica. Riteniamo sia fondamentale per avviare le donne verso percorsi di autonomia e il territorio ce ne ha dato testimonianza».
    Le 3 linee di azione previste consistono in:
    percorso di formazione intervento sulle tematiche della presa in carico delle donne, le donne in tratta e le giovani miranti anche di seconda generazione (si prevede di coinvolgere in qualità di docenti esperti italiani ed europei, avviando anche una collaborazione con il centro Devereaux di Parigi che si occupa di anche etnopsichiatria);
    costruzione e messa in atto di percorsi di presa in carico di donne migranti anche di seconda generazione per nuovi percorsi di vita (l’idea è quella di aiutare 2 donne che iniziano una vita autonoma e pagare una quota parte del loro affitto per un massimo di 5 mesi, con priorità alle donne migranti con figli minori o con figli vittime di violenza assistita, sostenendo parallelamente 5 donne per 5 mesi all’anno di progetto per un ammontare di 300 euro a sostegno di attività di inclusione sociale come l’iscrizione ad un corso culturale, ad una palestra, ad un corso di cucina);
    costruzione e messa in atto di campagne di sensibilizzazione ed informazione sulla violenza di genere e sui propri diritti (realizzazione e diffusione di spot sul web, mostra fotografica in scuole superiori).
    Gi.Ga.


     

    Più informazioni su