L’ati per il servizio mensa scolastica assume 35 dei 40 dipendenti della precedente ditta

Soddisfazione moderata da parte del Segretario Generale di Confintesa Catanzaro, Gennaro Gianturco

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    «La vertenza sindacale relativa ai lavoratori che operano da tempo nel servizio refezione scolastica per il Comune di Lamezia Terme, si è conclusa positivamente. Infatti, su 40 dipendenti l’Associazione Temporanea di Imprese costituita da Siarc, Cosec e Cot ne ha assorbiti 35. Sono rimasti comunque fuori dal servizio i dipendenti amministrativi», constata il Segretario Generale di Confintesa Catanzaro, Gennaro Gianturco, «siamo in parte soddisfatti dell’esito della vertenza sindacale, poiché riteniamo importante mantenere i livelli occupazionali specie in un territorio complicato come quello della provincia catanzarese, ma non possiamo che stigmatizzare il comportamento unilaterale dell’ATI. Inoltre sembrerebbe che dall’offerta tecnica proposta dalle aziende subentranti all’appalto mensa scolastica, le ore lavorative impegnate per le diverse scuole siano maggiori rispetto a quelle realmente impiegate. Stesso discorso vale per il numero di lavoratori e dei mezzi utilizzati per il trasporto dei pasti. In ogni caso continueremo a monitorare l’andamento dell’appello chiedendo all’ATI un calendario di incontri».
    Se l’attuale Ati è subentrata alla Cardamone Group, dopo l’interdittiva antimafia che ha colpito la società a maggio da parte dalla Prefettura di Cosenza a pochi mesi dall’aggiudicazione dell’appalto triennale, Gianturco lamenta «l’assenza della clausola sociale al bando pubblico di gara. Una clausola determinante per la tutela dei lavoratori ma soprattutto decisiva ai fini della legge che recita:’ in caso di cambio di gestione dell’appalto, si stabilisce per la Ditta affidataria l’obbligo di verificare la possibilità di assunzione in via prioritaria di tutto il personale impiegato nella gestione uscente, sia esso dipendente o socio-lavoratore, in un esame congiunto alle OOSS maggiormente rappresentative a livello nazionale che certifichino almeno un iscritto tra i lavoratori impiegati nell’appalto».

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