«Assurde le continue polemiche sul CPIA di Lamezia Terme»

Secondo il Circolo Arci Mediterraneo

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    Secondo il Circolo Arci Mediterraneo sono «assurde le continue polemiche sul CPIA di Lamezia Terme» perché «nascondono in maniera di certo non molto velata un clima crescente di intolleranza, che poco si addice a quella che dovrebbe essere simbolo massimo di cultura e diritti, nonché punto di partenza e di arrivo della vera integrazione, qual è appunto la scuola. I docenti,  tutto il personale scolastico e gli utenti hanno accettato pacificamente la ricollocazione delle aule in un’ala dell’istituto posta completamente ai margini, pazientando anche sulla modulazione di un giusto piano di emergenza, tuttora assente. Incomprensibile allora, il continuo accanimento nei confronti di questa istituzione pubblica, attaccata dai suoi stessi organi, oltre che da rappresentanti politici felici di cavalcare l’onda del disagio sociale. Sconfortante anche, l’imbarazzante “silenzio” di un’amministrazione che dovrebbe mediare e ricordare ai propri cittadini, che il diritto allo studio è di tutti e che altrettanto lo è quello alla sicurezza», anche se gli assessori Cicco che Cardamone hanno sia redatto comunicati stampa che incontrato i diretti interessati.
    Per l’Arci «chiedere addirittura la sospensione delle attività didattiche quando il presunto problema di promiscuità fra adulti e bambini non sussiste più, è inammissibile. Ben venga lo spostamento in un altro luogo, ma non a discapito della sicurezza degli utenti e di tutto il personale scolastico, né tantomeno a discapito del pubblico servizio che deve essere ad ogni costo garantito, tanto ai cittadini italiani quanto a quelli stranieri, senza alcuna distinzione», contestando che «leggere che la presenza di studenti adulti, che siano italiani o stranieri, pronti a mettersi in gioco sui banchi di scuola e a guardare al futuro partendo dall’educazione e dalla formazione, sia motivo di preoccupazione per l’immagine della scuola e non un valore aggiunto, provoca amaro stupore in chi ancora crede che la scuola debba essere aperta a tutti e promotrice di cultura, nel senso più alto ed etico del termine».

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