«Da imprenditore non parteciperò alla gara per il cinema perché non si può più tollerare questo atteggiamento dal Comune»

Nuovo scontro tra l'associazione rappresentata da Francesco Grandinetti e la dirigenza di via Perugini

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Come già successo con Ti.Gi., per i servizi teatrali (i quali dovranno essere comunque assicurati dalla stessa associazione, attualmente in causa con il Comune, fino ad un nuovo bando), anche per quelli cinematografici con l’associazione Cinema Grandinetti 1919 si starebbe riproponendo lo stesso problema di “rappresentatività”.
    «Sul cinema non avevamo interessi economici, dati i documenti di questo anno di proiezioni, magari ci son interessi privati da parte degli uffici che possono voler dire voglia di cambiare, favorire altri, o altro», spiega Francesco Grandinetti in conferenza stampa a nome dell’associazione, «la parte burocratica dirigenziale, con Nadia Aiello e Franco Costanzo, sta prendendo troppo potere sul potere politico di indirizzo. Questa è la mia idea, e lo dico senza paraventi avendo avuto in precedenza l’esperienza da presidente del consiglio comunale».
    Se già negli ultimi anni non era mancate le divergenze tra le parti, per Grandinetti «non contesto le interpretazioni, che potrebbero essere legittime, ma il fatto che sia pro domo propria, e vale tanto sull’aspetto dei servizi tecnici teatrali che ora su quelli cinematografici. Sul carattere giuridico sarà chiamato ad esprimersi il Tribunale, su quello etico la responsabilità è di chi dopo avermi chiamato e parlato per le vicende del teatro ora disconosce il mio ruolo. Questa è cattiveria per poter fare con altri quello che abbiamo dimostrato di poter fare bene noi».
    Se il 6 ottobre è scaduto il termine per candidarsi alla manifestazione di interesse, la convenzione dei servizi cinematografici è scaduta il 30 giugno, Grandinetti contesta che «i termini indicati non premiano chi ha fatto sul campo tali attività, non prevede clausole sociali che tutelino i dipendenti, allarga l’ambito a tutte le associazioni anche non legate ad attività cinematografiche, ma non tiene conto che solo noi abbiamo il certificato di prevenzione anticendi che rende il Teatro Grandinetti agibile avendo formato a nostre spese i 15 dipendenti».
    Altra questione è quella del Cinema Politeama da riaprire all’interno del Teatro Costabile: «a maggio avevo proposto di dotare a mie spese delle attrezzature necessarie il Costabile, ma quel proiettore è stato usato solo a giugno perché dagli uffici non ci è arrivato il via libera per proseguire le attività ed allargare anche le proiezioni estive al Parco Impastato. Si sta preferendo premiare chi ha avuto singoli rapporti invece che chi vuole tenere aperto il cinema 300 giorni all’anno, disattendendo però anche le linee di indirizzo della giunta: la volontà dell’amministrazione e del sindaco è quella di tenere aperte le strutture, quelle della dirigente Aiello e del facente funzioni Costanzo è di fare interessi personali non favorendo chi vuole fare cinema con continuità ma solo sporadiche manifestazioni».
    Stante le linee guida del codice nazionale degli appalti, l’associazione del cinema secondo gli uffici sarebbe passibile di esclusione avendo posizione debitoria nei confronti del Comune, ma anche su questo aspetto Grandinetti precisa che «la nostra proposta di dilazione di debiti, ancora non ratificati, è stata rifiutata né ci è stato detto prima del termine del 6 ottobre quale fosse l’entità degli stessi. Il 6 ci viene fornita dalla dirigente la risposta, con termine di pagamento entro 3 giorni, dandoci però dati errati avendo calcolato incassi per oltre 30.000 euro in più su quelli reali, numeri dai quali calcolare il 5% da corrispondere al Comune oltre alla quota di uso del Teatro. Se loro domani mattina mi forniranno il calcolo esatto, il giorno dopo salderò quanto dovuto non essendoci quindi poi posizione debitoria».
    Grandinetti non nasconde che «altri sindaci, come quello di Pianopoli e Nocera, si son interessati per offrirci loro strutture per fare cinema da loro avendo le strumentazioni», ma anche che i conti potrebbero essere già peggiori degli attuali: tra giugno 2016 e giugno 2017 son stati staccati 10.473 biglietti, per un incasso lordo di 54.050 euro. A questi però vanno detratti i costi verso le case cinematografiche (circa 27.000 euro per i noleggi dei film), 5.400 euro per Iva, Siae ed altre imposte, 6.500 euro di pubblicità, 15.000 euro da corrispondere al Comune come canone e custodia, 32.000 euro per il personale, 1.000 euro di piattaforma per gli eventi, 1.500 euro di manutenzione ordinaria, 2.500 di manutenzione straordinaria. Il bilancio annuale chiude così con una perdita di 36.850 euro, cui aggiungere 60.000 euro investiti per l’adattamento e l’acquisto delle strumentazioni (schermo, proiettore, impianto audio, etc) per il Teatro Costabile in Cinema Politeama.
    Chiuse le porte del teatro, Grandinetti esclude che però ci siano le possibilità per riaprire un cinema in una struttura privata: «non basterebbe 1 milione di euro per creare una nuova struttura privata, perché la mia idea di 2 piccole sale sarebbe stata sostenibile avendo almeno una sala da 500 posti associata, ma da imprenditore non parteciperò a questa gara perché non si può più tollerare questo atteggiamento dal Comune».
    Da capire ora se altri soggetti, dati i numeri della gestione portati in conferenza stampa da Grandinetti, abbiano l’interesse ad offrire tale servizio che ha chiuso nuovamente in perdita sebbene il numero di spettatori con l’andare del tempo stava iniziando ad aumentare. 

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