Reperti archeologici contesti tra i musei di Lamezia Terme e Vibo Valentia

Dal 2015 altri ritrovamenti son custoditi in una delle stanze al piano terra del Chiostro di San Domenico per mancanza di spazio espositivo

Più informazioni su


    Potrebbe giocarsi sui reperti archeologici attualmente ospitati nel museo di Lamezia Terme, ma reclamati ora da quello di Vibo Valentia, un prossimo “derby calabrese culturale”.
    La vicenda, ricostruita dalla testata online ilvibonese, riguarda 320 reperti preistorici che nel 1984 furono donati al museo statale Vito Capialbi, ma dei quali si erano perse le tracce. «La collezione, composta principalmente da manufatti e strumenti in pietra lavorata, apparteneva allo studioso lametino Dario Leone, che negli anni ’60 gettò le basi per lo studio della preistoria in Calabria. Fu lui a donare i reperti al museo ospitato nel castello Normanno Svevo, ma dopo alcune mostre temporanee a Roma e Reggio Calabria allestite negli anni ’80, la collezione sparì», ricostruisce la testata online, «a chiedersi che fine avesse fatto è stata recentemente l’associazione Civitas, presieduta da Raniero Pacetti, che ha sollecitato l’intervento del direttore del museo vibonese, Adele Bonofiglio. Il mistero è stato risolto in fretta e il museo di Vibo si è detto pronto ad avviare le procedure per ottenere la restituzione della collezione».
    Non dello stesso parere il direttore del museo lametino, Gregorio Aversa, il quale al vibonese dichiara che «sarebbe un problema sostituire i reperti in caso di trasferimento. Il mio auspicio, e lo dico da calabrese, è che alla fine non prevalgano solo valutazioni di carattere legale o burocratico, ma si punti piuttosto alla valorizzazione complessiva del patrimonio della Calabria».
    Dall’attuale sede del museo archeologico, posto all’interno del chiostro di San Domenico, gli stessi responsabili non hanno in passato nascosto la richiesta di poter allargare l’area espositiva anche al secondo piano dello stabile, oggetto di lavori negli ultimi anni. Già nel 2015, per altro, la vicenda era stata affrontata: alcuni reperti archeologici, non trovando spazio nel museo del Chiostro di San Domenico, erano stati “ospitati” presso l’Istituto Comprensivo “Don Milani” e, dopo la richiesta avanzata dall’Ufficio Territoriale Lametino della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria il 2 ottobre 2014, la giunta Speranza aveva deciso il 26 febbraio 2015 di assegnare «il locale posto al piano terra del Complesso Monumentale San Domenico, identificato nella planimetria quale “locale di sgombero”, al Museo Archeologico nonché all’Ufficio Territoriale Lametino della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, sino a quando non verrà completato il secondo piano del complesso medesimo, all’esito del quale la Giunta si rideterminerà».
    A 3 anni dalla richiesta della  Soprintendenza invece che di una nuova area espositiva si rischia invece di dover traslocare parte dell’esistente in altra sede.

    Più informazioni su