Su Psc e Piano Spiaggia il centrosinistra si schiera con un articolo di giornale cui ieri aveva risposto il sindaco

Lamentele su commi elisi dopo l'osservazione di Italia Nostra sul piano strutturale e sul bando dei lidi già in corso di assegnazione

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    Dopo numerose sedute in commissione consiliare senza aver mai sollevato alcun problema, i consiglieri di centrosinistra (Mariolina Tropea, Pino Zaffina, Nicola Mastroianni, Rosario Piccioni, Aquila Villella) scoprono da un articolo del Corriere della Calabria «la soppressione di alcuni strumenti per il contrasto della criminalità organizzata presenti in due atti fondamentali per la nostra città: il piano strutturale comunale e il piano spiaggia. Nel caso del Psc, nella delibera dello scorso 29 agosto approvata dalla giunta Mascaro, sono stati soppressi tre commi dell’ articolo 1 del regolamento edilizio urbanistico, approvato dal consiglio comunale nel febbraio 2015, che sancivano in maniera inequivocabile che tutte le attività urbanistiche disciplinate dal Psc del Comune di Lamezia Terme operano in contrasto con gli interessi della criminalità organizzata».
    I consiglieri di opposizione lamentano anche che «cosa simile è avvenuta per il piano spiaggia. Se nel piano approvato dall’amministrazione di centrosinistra nel dicembre 2014 all’art. 30 comma 22 si era prevista la revoca della concessione demaniale e dell’autorizzazione a quelle attività che non denunciavano le richieste di estorsione, nella versione definitiva approvata sotto l’amministrazione Mascaro si elimina  anche questo comma, facendo crollare una delle barriere di legalità previste dall’amministrazione precedente anche per il piano spiaggia. Così come non c’è alcuna traccia di tale previsione nel bando pubblicato nel 2017 sulla base del quale sono state già effettuate le prime assegnazioni demaniali per la costruzione di lidi e stabilimenti balneari».
    Per la minoranza «inadeguata e debolissima, e come sempre all’insegna dello scaricabarile, la difesa del sindaco che ancora una volta dimentica, o fa finta di dimenticare, di essere il sindaco e quindi il responsabile della linea politica e amministrativa degli atti di questa amministrazione».
    Se il comunicato stampa del centrosinistra arriva dopo un articolo di stampa, inconsueta è anche la tempistica, arrivando all’indomani della risposta inviata tramite Facebook (ufficio stampa e staff del sindaco in via Perugini son cariche vacanti da tempo, nb) proprio del primo cittadino.
    Mascaro spiega così che l’emendamento consiliare, approvato nella seduta del 28/11/13, aveva inserito all’art. 1 del PSC i commi contestati, e rimossi, su osservazione presentata da Italia Nostra, la quale «aveva rilevato, tra svariati altri punti, che “i principi di legalità semplicemente enunciati nell’art. 1 del Reu (commi 3 e 4) in ogni caso pleonastici rispetto alla vigente normativa in materia di infiltrazioni mafiose”. Il progettista Crocioni a pagina 40 delle controdeduzioni, nell’esaminare detta osservazione, afferma che la stessa “segnala giustamente il carattere pleonastico e retorico, rispetto alla vigente normativa in materia di infiltrazioni mafiose, dei commi 3,4 e 5 art. 1 Reu, introdotti in accoglimento di un emendamento consiliare, su cui si conviene pienamente accogliendo l’osservazione con la soppressione dei tre commi citati”. La detta proposta, che parte quindi da osservazione di Italia Nostra e che è sostenuta pienamente da Crocioni, non certo ideologicamente vicino al Sindaco, è stata accolta nella delibera di giunta del 29 agosto nella quale espressamente e con grande rilievo, in quanto l’amministrazione opera sempre alla luce del sole, si motiva: “dato atto che gli obblighi di richiedere e acquisire la documentazione antimafia non possono essere previsti al di fuori delle ipotesi espressamente disciplinate dal codice antimafia e pertanto questa Pa deve uniformarsi al dettato normativo, procedendo alle acquisizioni della documentazione antimafia nelle ipotesi espressamente previste dal codice antimafia medesimo”».
    Il sindaco precisa così che «si tratta di osservazione proposta da associazione di notoria serietà quale Italia Nostra, perorata e sostenuta pienamente da urbanista di grande spessore che aveva lavorato anni ed anni con la precedente amministrazione, ed accolta per evitare una possibile illegittimità derivante dall’imporre un ulteriore tassello rispetto a quelli previsti dalle norme di legge, e segnatamente dalla giustamente rigorosa normativa antimafia presente in Italia, evitando quindi probabili contenziosi».
    Sul Piano Spiaggia il primo cittadino ricorda che «l’amministrazione lo ha ereditato in uno stato della procedura nel quale si erano già esaurite sia la fase dell’adozione e degli emendamenti (delibera C. C. n.73 del 30/12/14) e sia la fase delle osservazioni (delibera C.C. n. 97 dell’08/05/15).
    Pertanto, non vi è stato, e giuridicamente non poteva esservi, alcun atto ne’ di giunta ne’ di consiglio che potesse proporre o inserire modifiche in quanto gli uffici hanno unicamente proceduto ad adeguarlo alle integrazioni e prescrizioni del Dipartimento Demanio Marittimo Regione Calabria e dell’Autorita’ di Bacino Regionale. Non è vero, quindi, che l’amministrazione abbia operato aggiornamenti, non essendo legittimata a farlo, ne’ che l’amministrazione abbia soppresso commi, non potendo farlo».
    Ma tra Facebook e richiami da parte dei giornali, in via Perugini la comunicazione segue canali inconsueti.
    g.g.

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