Prefetto ribadisce che le procedure sullo scioglimento del consiglio comunale non prevedono particolari notifiche al Comune essendo riservate per legge

In 8 righe di testo viene riassunta la risposta della Latella che non entra mai nel merito degli atti contestati, ma difende la legittimità della procedura seguita

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    Che l’incontro in Prefettura non sia stato quanto il sindaco di Lamezia Terme si sarebbe aspettato è ben chiaro sia dalla lunghezza del verbale redatto, che con tutta la formattazione del testo non raggiunge la pagina e mezza, quanto da una precisa presa di posizione e risposta ad una delle contestazioni avanzate da Paolo Mascaro: «entrambe le procedure (riferendosi alla relazione della commissione prefettizia, e la successiva del Prefetto stesso, nb) non prevedono particolari notifiche al Comune essendo riservate per legge». Tra il termine “riservate” apparso nel verbale ed il “secretate” più volto citato anche nella conferenza stampa serale da Mascaro c’è però una differenza semantica: nel primo caso le informazioni saranno allegate al decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nel secondo caso il tutto non sarebbe stato rivelato ma posto sotto segreto (o omissis).
    Nell’incontro tenuto insieme al comandante dei reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri, Alceo Greco, ed il capo ufficio comando provinciale della Guardia di Finanza, Antonio Ravesi, lo stesso Prefetto Luisa Latella specifica che «l’incontro ha carattere di cortesia istituzionale e a seguito di delega del Ministro dell’Interno stante lo sciopero della fame avviato dal sindaco di Lamezia Terme. Pertanto non ha nessuna attinenza con la procedura relativa all’accesso agli atti del Comune, tra l’altro già definita da oltre un mese con la contestuale cessazione della relativa Commissione d’accesso che, per legge, conclude i suoi lavori con la presentazione della relazione in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Anche la procedura relativa alla proposta del Prefetto si è conclusa da un mese».
    In 8 righe di testo, quindi, viene riassunta la risposta del Prefetto che non entra mai nel merito degli atti contestati, ma difende la legittimità della procedura seguita. Inutile quindi il “recap” offerto subito dopo dal sindaco Mascaro tra memorie difensive, richieste di audizioni, specificando che «la finalità della richiesta tendeva quindi, e tende ancora oggi, a fornire specifico chiarimento su qualsivoglia atto che abbia in ipotesi destato l’interesse della Commissione d’accesso», dichiarandosi «immediatamente pronto a fornire qualsivoglia opportuno chiarimento su atti, provvedimenti e comportamenti adottati in due anni e cinque mesi di amministrazione».
    Il verbale però si chiude così, lasciando sospesa ogni risposta. Gli atti son già a Roma, ai presenti a Catanzaro non compete più farsi una opinione sulla permeabilità della criminalità organizzata in via Perugini, ambito che va oltre i soli organi di indirizzo politico eletti nel 2015.
    g.g.

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