L’assessore regionale Rossi indica come prossima una riunione con le associazioni di rappresentanza del settore balneare

Per raccogliere osservazioni in ottica della revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo

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    «Il settore balneare calabrese è composto da circa 2.500 aziende, conta su una forza lavoro pari a circa 25.000 unità e costituisce un asset decisivo per dare forma ad un’offerta turistica regionale che, come è noto, si sostanzia per il 90% delle presenze complessive proprio sulle coste. Una realtà che ha motivato in questi anni, anche su espressa indicazione politico-amministrativa del Presidente Oliverio, l’attenzione costante e quotidiana dell’assessorato regionale alla pianificazione urbanistica e territoriale», afferma l’Assessore alla Pianificazione territoriale e urbanistica Franco Rossi. «abbiamo infatti avviato, per il riordino della normativa relativa al demanio marittimo ad uso turistico e ricreativo fondata essenzialmente sulla legge regionale 17/05, un serrato e costante confronto con tutti i soggetti economici che operano nel comparto turistico-balneare. Ne è stata emblematica testimonianza la discussione, e le conseguenti decisioni, sulla proposta di legge della giunta regionale, approvata lo scorso aprile, che se da un lato sbloccava positivamente l’attività concessoria nel caso di mancata approvazione dei Piani Spiaggia comunali, dall’altro introduceva alcuni elementi normativi ritenuti particolarmente gravosi per i concessionari calabresi. Trascorsa la stagione estiva- ricorda inoltre Rossi- con risultati lusinghieri per quanto riguarda le presenze turistiche, abbiamo doverosamente ripreso questo confronto e lo abbiamo fatto anche in ragione del fatto che, come giustamente osservato dalle associazioni di categoria, il nuovo testo di riordino del comparto predisposto a livello nazionale, approvato dalla Camera dei Deputati ed ora in discussione al Senato, motivi più che mai la rivisitazione organica anche dell’impianto normativo del demanio marittimo nella nostra Regione».
    L’assessorato regionale rileva ancora che «tenendo conto della strategia comunitaria nota con l’espressione ‘ Crescita Blu ‘, abbiamo inteso formulare delle proposte concrete che tengano conto della realtà esistente, introducano novità e strumenti che consentano di consolidare e sviluppare l’intero sistema, definiscano e realizzino percorsi di sviluppo urbanisticamente ed ambientalmente sostenibili. Il nostro obiettivo, dunque, è quello di definire un progetto complessivo che programmi il consolidamento e lo sviluppo globale del settore superando, al contempo, approcci che si limitano solo al tema, pure importante, delle concessioni. Va in questo senso, ad esempio- indica Rossi- , la volontà di programmare non solo quanto accade lungo il demanio marittimo ma anche e soprattutto di riqualificare funzionalmente quelle ‘seconde case’ che hanno spesso gravemente segnato la fascia costiera estesa per circa 10 chilometri verso l’entroterra. A ferita urbanistica subita l’obiettivo raggiungibile è oggi quello di recuperare in chiave imprenditoriale e turistica questo patrimonio edilizio».
    Rossi indica come «sotto questo profilo 2 sono gli strumenti utili: il Contratto di Costa che programma in una logica comprensoriale e l’armonizzazione dei Piani comunali di spiaggia con i Piani strutturali comunali. Per dirla in parole povere ciò che intendiamo introdurre è, né più, né meno, un vero e proprio ribaltamento della prospettiva che sinora ha orientato le scelte normative ed amministrative per le coste calabresi», annunciando che «convocheremo nei prossimi giorni una nuova riunione con tutte le associazioni di rappresentanza del settore balneare, SIB, FIBA, Assobalneari, Federbalneari, CNA Balneatori. L’obiettivo, in questo caso, sarà quello di definire assieme delle osservazioni regionali da formulare nell’ambito della discussione in atto, a livello nazionale, per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo».

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