«La Commissione Straordinaria faccia chiarezza su quanto detto e dia risposte ai cittadini sulla gara del Cinema»

Monito di Francesco Grandinetti, che con l'associazione Cinema Grandinetti fino al 30 giugno aveva gestito le proiezioni al Teatro Grandinetti

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    «La dirigenza, o meglio la ex dirigenza fatta di dirigente e facente funzioni di dirigente ci vuole rendere edotti di come è andata a finire la gara del 6 Novembre sul Cinema  a Lamezia?» Il quesito arriva direttamente da Francesco Grandinetti, che con l’associazione Cinema Grandinetti fino al 30 giugno aveva gestito le proiezioni al Teatro Grandinetti, servizio arenatosi poi tra avvisi, indagini di mercato e consultazioni attualmente senza un esito noto da parte degli uffici di via Perugini.
    «Nonostante le nostre continue diffide, interrogazioni, articoli di stampa non è dato sapere che fine ha fatto la gara per l’assegnazione dell’esercizio cinematografico a Lamezia. Come ho più volte evidenziato, nessuna notizia sull’albo pretorio, nessuna notizia sul link Amministrazione trasparente. Insomma niente di niente», lamenta Grandinetti, trovando un collegamento con l’argomento più discusso di questi giorni: «la relazione del Prefetto quando si ferma sulle  determine adottate dalla dirigenza comunale  parla di una diffusa casistica di illegittimità ed in alcuni casi di illeciti che potrebbero avere rilievo penale stante l’utilizzo accertato di procedure non conformi alla norma soprattutto in materia di appalti. Ma ciò non conferma  quanto da me e dal mio legale Andrea Falvo evidenziato in ogni luogo  fino ad oggi sul modo con cui sono state portate avanti il bando del Cinema e dei servizi Teatrali (il ricorso al Tar di Catanzaro per la trattazione di merito era stato fissato venerdì, nb)? E’ giusto che i cittadini sappiano che film ci sarà a Natale? Questa è solo una domanda retorica, ma che dipinge un quadro in cui i funzionari, alcuni ancora al loro posto, e i dirigenti che hanno portato avanti tali iniziative, erano unti dalla convinzione che a loro non si potesse contestare niente. Che si trattasse di ubriacatura di potere?»
    Grandinetti ricorda come «avevamo protocollato in commissione cultura  una memoria dove evidenziavamo in maniera trasparente una serie di illegittimità da destinare al responsabile anticorruzione del Comune per gli eventuali provvedimenti del caso, ma niente. Tutto come se niente fosse. Oggi ci troviamo nella situazione che la città è spenta, senza Cinema. Ma perché? C’era forse la volontà di non disturbare altri centri fuori città? La presenza del Cinema in città dava fastidio a qualcuno? Il prezzo del biglietto a 5 euro era qualcosa che rompeva equilibri?»
    In conclusione si reputa che «la Commissione Straordinaria debba fare chiarezza su quanto detto e dare risposte ai cittadini sulla gara del Cinema, perché non si può lasciare che  persone che a mio parere seguono loro obiettivi personali, anche giuridicamente giustificabili,  spegnino i sogni di una intera città».

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