Il 22 febbraio udienza in Tribunale per l’ex sindaco Mascaro e 2 consiglieri comunali per discutere dell’eventuale incandidabilità

L'annuncio dato direttamente dall'ex primo cittadino

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    «Ho appena ricevuto la notifica della richiesta avanzata dal Ministero dell’Interno di mia incandidabilita’, rivolta anche a due ex Consiglieri Comunali (Pasqualino Ruberto e Giuseppe Paladino, entrambi indagati in Crisalide), e ciò ai sensi dell’art. 143 comma 11 TUEL, con fissazione di udienza dinanzi al Tribunale di Lamezia Terme per la data del prossimo 22 febbraio, ore 11,30». L’annuncio viene dato direttamente dall’ex sindaco Paolo Mascaro, il quale ribadisce «fiducia nella magistratura con la certezza che saprà riconoscere la legittimità di cristallino operato e di contrasto continuo alla criminalità testimoniato da 29 mesi di atti, impegno e sacrificio».

    Anche se il processo Crisalide non è arrivato ad un primo grado di giudizio, e con il ricorso al Tar ancora pendente (la prima udienza verosimilmente però non avverrà in tempi brevi), il Tuel stesso prevede che «fatta salva ogni altra misura interdittiva ed accessoria eventualmente prevista, gli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento di cui al presente articolo non possono essere candidati alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, che si svolgono nella regione nel cui territorio si trova l’ente interessato dallo scioglimento, limitatamente al primo turno elettorale successivo allo scioglimento stesso, qualora la loro incandidabilità sia dichiarata con provvedimento definitivo. Ai fini della dichiarazione d’incandidabilità il Ministro dell’interno invia senza ritardo la proposta di scioglimento di cui al comma 4 al tribunale competente per territorio, che valuta la sussistenza degli elementi di cui al comma 1 con riferimento agli amministratori indicati nella proposta stessa. Si applicano, in quanto compatibili, le procedure di cui al libro IV, titolo II, capo VI, del codice di procedura civile».
    Nella proposta del Ministero, quindi, il cerchio sui motivi dello scioglimento si ristringerebbe su 3 persone da un punto di vista politico (da valutare se gli effetti poi sarebbero già su queste elezioni, in caso di pronunciamento definitivo, o più verosimilmente sulle prossime previste per il prossimo anno), anche se fino ad oggi di atti amministrativi revocati in via Perugini non se ne sono visti molti.
    g.g.

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