Costituita in via Perugini l’unità di progetto per lo sgombero del campo rom di Scordovillo entro la fine del 2020

Al nuovo gruppo di lavoro sarà richiesto ora: il monitoraggio campo rom e insediamenti abusivi; l'identificazione e censimento di tutti gli abitanti, minori compresi; il controllo della situazione economico patrimoniale di tutti 

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    Ereditata dall’amministrazione Mascaro, che l’aveva istituita con delibera di giunta il 7 novembre, viene confermata anche dall’attuale segretario generale l’unità di progetto denominata “Rom Scordovillo”, nata per individuare un gruppo di lavoro intercomunale che metta in campo azioni per pervenire allo sgombero totale del campo (l’unità del progetto resterà operativa fino alla conclusione delle attività progettuali, per le quali viene fissato come limite temporale massimo il 31 dicembre 2020, ovvero oltre la scadenza naturale dell’attuale amministrazione Mascaro ma anche della terna commissariale attualmente in carica).
    Il 14 febbraio si è tenuta la conferenza di direzione, con l’unità composta da Salvatore Zucco (dirigente con funzioni di coordinamento), Alessio Tommaso (per i servizi demografici), Maria Aurora Montano (servizi sociali), Pietrò Giampà (settore programmazione strategica e realizzazione nuove opere, settore opere stradali ed infrastrutturali), Gianfranco Pujia (polizia locale), Vincenzo Laganà (settore economico- finanziario, servizio patrimonio).
    Se il precedente Prefetto, Luisa Latella, aveva “rimproverato” l’amministrazione Mascaro di non aver fatto passi in avanti verso lo sgombero del campo rom di Scordovillo (al centro di un decreto di anni prima, e di interventi ad esso collegati rimasti in gran parte inevasi).
    Nel testo della delibera di novembre si palesava «l’esigenza di porre rimedio alla situazione di estrema criticità venutasi a creare nel tempo in località Scordovillo, un insediamento che per le condizioni di estrema precarietà, anche e soprattutto da un punto di vista igienico sanitario, ha avuto e continua ad avere ripercussioni su tutti i residenti della zona interessata, non solo i rom ivi stanziati, determinando una situazione di grave allarme sociale».
    Nel piano triennale della opere pubbliche redatto daòla giunta Mascaro, e che entro fine mese dovrà essere rivisto dalla terna commissariale, erano presenti richieste di finanziamenti per interventi allo scopo:

    • 30 milioni per il completamento degli alloggi Aterp del progetto Sara, ora però con un nuovo progetto definitivo da stilare;
    • 2 milioni di euro tra il 2019 ed il 2020 per interventi di recupero e riqualificazione di strutture funzionali per l’emergenza abitativa dei Rom, per l’accesso non segregato, anche di beni confiscati;
    • 1.270.442,58 euro nel 2019 per lavori di completamento di 20 alloggi per popolazione Rom in località Carrà – Marchese, ovvero quelli occupati in via degli uliveti.

    Al nuovo gruppo di lavoro sarà richiesto ora:

    • il monitoraggio campo rom e insediamenti abusivi;
    • l’identificazione e censimento di tutti gli abitanti, minori compresi;
    • il controllo della situazione economico patrimoniale di tutti i nuclei familiari, anche mediante l’ausilio dell’Agenzia delle Entrate e/o i Nuclei di Polizia tributaria.

    Successivamente si passerà allo sgombero e abbattimento immediato degli insediamenti abusivi, poi quello dei container dei cittadini rom residenti a Lamezia Terme, dunque aventi diritto alle misure agevolative per la risistemazione alloggiativa, che avverrà in modo graduale quale atto conseguente al controllo incrociato tra chi risulta residente a Scordovillo e contemporaneamente occupa immobili Aterp nelle zone “Ciampa di cavallo”, “San Pietro Lametino” e “Via degli uliveti” per poi estendere il controllo sull’intero territorio lametino (in quel caso si propone di procedere alla relativa assegnazione, con contestuale abbattimento del container, ove ricorrano i presupposti di cui alla L.R. n. 8/1995, come successivamente modificata con L.R. n. 36/2013).

    Si passerà poi all’individuazione di una soluzione abitativa alternativa che potrà avvenire, in via esemplificativa e non tassativa:

    • individuando siti per nuova allocazione in campi autorizzati ;
    • stanziando un apposito fondo di bilancio comunale che consentirà di erogare un contributo per l’accesso all’abitazione in locazione (durata commisurata all’assistenza alloggiativa ove il comune si fa carico delle spese di conduzione dell’alloggio in casi di urgenza);
    • firma di un atto di impegno al rispetto delle regole da parte dei nuclei familiari che saranno destinatari di interventi economici quale condizione per l’accesso ai contributi e verifica condizioni permanenza dei requisiti per i contributi erogati.

    Parallelamente si avrà l’attivazione di percorsi di integrazione sociale, inserimento e scolarizzazione nonché di avviamento al lavoro con l’ausilio di associazioni di volontariato e parrocchie; la stipula di protocolli con altri enti e autorità qualora si renda necessario per l’espletamento delle sopra riportate attività. Due esempi e buone intenzioni che però, già nel recente passato, non hanno dato grossi frutti su larga scala se non sporadici successi.

    Gi.Ga.

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