Gabriele Gallo, Davide Esposito e Francesco Marchione criticano il bilancio di previsione e l’aumento della Tari a Platania

Si contesta scarsa visione delle reali esigenze del paese

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    I consiglieri comunali del gruppo “Un Comune per Tutti – Platania” Gabriele Gallo, Davide Esposito e Francesco Marchione forniscono le proprie impressioni sul bilancio di previsione e sull’aumento della Tari, discusse martedì in consiglio comunale. «Se è vero che  i bilanci di previsione sono lo strumento di programmazione e controllo per comprendere come verranno impiegate le risorse dell’ente, l’attuale maggioranza ha dato ancora una volta prova di totale mancanza di volontà di innovazione e rottura con il passato, al contrario di quanto fortemente sostenuto durante la campagna elettorale dalle “new entry”  della giunta stessa», sostengono gli esponenti di opposizione «le scarse idee sono rappresentate da un programma triennale delle opere pubbliche che non ha nessuna visione delle reali esigenze del paese, come un miglioramento dell’assetto stradale del centro storico e del manto stradale che collega Platania centro con le sue frazioni. Non è stato previsto  neanche un minimo contributo verso le associazioni locali che  sono presenti su tutto il  territorio».
    Altre contestazioni riguardano l’assenza di indicazioni ulteriori per «i servizi sociali, alla manutenzione delle condotte idriche, alla polizia locale stante il perdurare della mancanza di un vigile urbano, alla sicurezza del paese nonostante i numerosi furti avvenuti in questi mesi, e nemmeno alle scuole. Un’ amministrazione che vive sulle poltrone, evidentemente molto comode, piuttosto che sulle reali esigenze dei  cittadini. Numeri alla mano, per i prossimi anni continueremo ad assistere al consueto immobilismo del quale ormai, Platania é schiavo da diverso tempo».
    Si critica anche la decisione di voler aumentare la Tari poiché «in un grave periodo di crisi economica, continuare a gravare sulle tasche dei platanesi che hanno deciso di rimanere e vivere nel loro  paese suona come una penalizzazione piuttosto che un plauso per la scelta fatta. Se questa amministrazione è incapace a recepire fondi dagli altri enti, e a creare un’economia autonoma, non può permettersi di recuperare le somme con le tasse dei cittadini». 

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