«Non essendo io indagato ho deciso di continuare il mio impegno politico senza attendere sentenze definitive»

Francesco De Sarro lancia 'cittadini attivi in politica'

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Se il 20 aprile ci sarà l’udienza del padre in merito all’accusa di compravendita di voti risalente alla campagna elettorale 2015 in favore del figlio, Francesco De Sarro lancia “cittadini attivi in politica”, movimento di giovani e meno in vista delle prossime elezioni volendo rilanciare un dibattito in città.
    «Se ognuno segue i propri interessi ed ambizioni personali, il cambiamento non avverrà mai» reputa l’ex presidente del consiglio comunale, illustrando il logo del nuovo movimento: una cornice tricolore, con due figure stilizzate e dietro delle costruzioni. «Non crediamo più in termini desueti, a più di un mese dalla elezioni nazionali abbiamo visto come la gente abbia perso fiducia verso la politica di vecchio stampo, per questo abbiamo deciso di impostare un discorso di diverso tipo», spiega De Sarro che alle elezioni 2015 con Forza Italia aveva ottenuto un boom di voti risultando il candidato con il maggior numero di preferenza registrate.
    La conferenza stampa in un bar di via Savutano vira così sui temi generazionali. «Credo che abbiamo l’età giusta per poterci impegnare, abbiamo quel pizzico di pazzia per arrivare con ambizione a determinati risultati», assicura De Sarro, «personalmente ho tralasciato gli studi per seguire il percorso istituzionale, e della mancata laurea in tempo i miei genitori mi rimproverano ancora oggi, però impegno e passione devono essere costanti anche quando dalla società civile arrivano bordate via social o a mezzo stampa».
    Prossimi step annunciati incontri tematici «che però non saranno improntati alla mera critica dell’amministrazione Mascaro o della gestione commissariale, ma a fornire soluzioni ed impegni precisi», distingue De Sarro, «non vogliamo essere l’ennesima sigla populista e populistica, perché per difendere Lamezia serve un moto unitario che dia ascolto maggiore alle istanze del territorio».
    Primi componenti presentati di questo movimento insieme a De Sarro sono stati Giuseppe Scarpino, Antonio Muraca (candidato con Sovranità nel 2015), Vincenzo Pansino (ex presidente dell’Ente Fiera, ultimo nominato dall’amministrazione Mascaro per tale ruolo), Mariano La Scala, Sandro Iannazzo (candidato Forza Italia nel 2015).
    In vista delle elezioni post scioglimento ci saranno poi da valutare candidature, liste e temi, ma di schieramenti però si reputa sia prematuro individuarne secondo De Sarro: «abbiamo delle idee, sposeremo dei programmi che siano forti, senza pregiudizi verso nessuno. Il 2019 sarà un anno con più appuntamenti elettorali, quindi partire in anticipo serve per arrivare preparati a quegli appuntamenti e magari trovarsi anche ad interloquire con altre realtà della provincia».
    Sulla situazione attuale l’ex presidente del consiglio comunale reputa «naturale che i commissari non sentano i problemi vigenti con la stessa sensibilità che avrebbero organi eletti. È impensabile aspettare le prossime stagioni sportive o culturali sulle strutture», mentre per Pansino «bisognerebbe avere l’onestà di chiarire quanto si può fare e cosa non è possibile risolvere secondo le norme. Superare le demagogie del voler accontentare tutti e non risolvere nulla».
    Da un’analisi politica De Sarro promuove gli atti dell’amministrazione Mascaro, «perché nessun atto è stato revocato su quelli citati nelle relazioni di Prefetto e Ministro, così come nel report della commissione d’accesso. I commissari potranno magari contare su fondi diversi da quelli che il Comune aveva durante la gestione Mascaro».
    Rimane però l’indagine in corso sulla compravendita di voti, su cui De Sarro continua a professare «l’innocenza di mio padre, che lo sarebbe fino al terzo grado di giudizio nonostante qualche avvocato professi sentenze ancora prima del pronunciamento in primo grado. Questo è uno dei problemi del populismo, non essendo io indagato ho deciso di continuare il mio impegno politico senza attendere sentenze definitive».

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