Anche nel bilancio 2018 approvato oggi rimangono 2 i parametri segnalati come non rispettati in ottica dissesto

Per i revisori trimestrale la cadenza con cui verificare i conti.

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    A 18 giorni dal termine ultimo, approvato oggi il bilancio di previsione 2018/2020 (una settimana fa era passato lo schema in sostituzione della giunta, ora il via libera in sostituzione del consiglio comunale), con aggiornamento del Dup e del piano delle opere pubbliche, ma limitandosi a dare gli indirizzi internet delle società partecipate (ignorando nuovamente l’Ente Fiera) invece che pubblicare il piano economico e di razionalizzazione delle stesse (approvato dalla giunta Mascaro entro il termine di fin settembre 2017, con non dismetteva alcuna partecipazione ed anche in quel caso non citava la società che annualmente organizzava la Fieragricola).
    Su 10 previsti sono ancora 2 i parametri segnalati come non rispettati in ottica dissesto: volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I superiore al 40% degli impegni della medesima spesa corrente; consistenza dei debiti fuori bilancio riconosciuti nel corso dell’esercizio superiore all’1% rispetto ai valori di accertamento delle entrate correnti, fermo restando che l’indice si considera negativo ove tale soglia venga superata in tutti gli ultimi 3 esercizi finanziari.
    Nel proprio parere il collegio dei revisori dei conti (nominato a stretto giro dalla scadenza per l’approvazione del bilancio, e formato da Ettore Domenico Riitano, Francesco Vergata e Maria Aino) sottolinea come delle società partecipate dal Comune di Lamezia Terme solo la Lamezia Multiservizi abbia adeguato il proprio statuto a quanto previsto dal testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, inadempienti sarebbero ancora invece Sacal, Lameziaeuropa, Corap.
    Se poi il maggiore gettito Irpef ipotizzato, calcolato abbassando a 6.000 euro la soglia di esenzione, è stato indicato come vincolato a ripianare le situazioni finanziarie delle stesse società partecipate, secondo i revisori «dai dati comunicati dalle società sul risultato dell’esercizio 2016 non risultano risultati d’esercizio negativi non immediatamente ripianabili che obbligano l’ente a provvedere agli accantonamenti», anche se lo stesso bilancio preveda accantonamenti da 952.917,23 euro per la Lamezia Multiservizi, 668.816,85 per Sacal e 133.402,30 per Lamezia Europa.
    Inoltre cambiano le amministrazioni ed i revisori, ma costante rimane riguardo alla previsioni di parte corrente l’indicazione ad essere «verificate e monitorate costantemente relativamente alle entrate tributarie, adottando immediato provvedimento di riequilibrio nel caso si rivellassero eccedenti o insufficienti per mantenere l’equilibrio economico-finanziario complessivo», indicando come trimestrale la cadenza con cui verificare i conti.
    Attenzione richiesta anche in merito ai ruoli affidati all’Agenzia delle Entrate Riscossioni, e alla gestione delle società partecipate per le quali si chiede «un controllo attento e puntuale che abbia come obiettivo preminente la verifica e prevenzione eventuali perdite, ma che di fatti abbracci poi ogni aspetto della gestione delle società partecipate a partire dalla definizione degli obiettivi strategici sino alle procedure operative e successivo monitoraggio dei risultati conseguiti», suggerendo «un accantonamento in apposito fondo ai fini della copertura delle potenziali passività che ne potrebbero derivare». Suggerimento già “raccolto” nel documento del 12 aprile.
    Su piano delle opere pubbliche e Dup arriva disco verde «a condizione che siano concretamente reperiti i finanziamenti previsti», ed essendo il bilancio stato approvato con 18 giorni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla norma gli stessi revisori invitano il Comune a “maggiore puntualità”  in merito all’invio dei dati alla banca dati delle amministrazioni pubbliche: non rispettare il termine di 30 giorni vorrà dire dover rinunciare a qualsiasi assunzione, anche a tempo determinato o di stabilizzazione, non potendo parimenti sottoscrivere contratti di servizio con soggetti che non abbiano rispettato lo stesso termine (ed il passaggio sulle partecipate rivela come il giudizio sulle stesse in merito a “rispetto di tutte le regole” non sia sempre ottimale).

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