Cittadinanza linguistica e dialetto lametino : seminario formativo al Centro culturale Samarcanda

A chiudere l'incontro, una nota che stimola alla riflessione: il dialetto è una metafora e le metafore sono poesia

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    E’ iniziata con una citazione di Gorgia da Lentini la prima seduta laboratoriale di cittadinanza linguistica, con particolare approfondimento del dialetto lametino, tenuto nella sede del Centro culturale Samarcanda da Francesco Polopoli, docente lametino impegnato in simposi internazionali sulla figura di Gioacchino da Fiore e in convegni di risonanza europea di Italianistica.

    Dopo i saluti della presidente  Manuelita Iacopetta e l’introduzione ai lavori di Michela Cimmino, il laboratorio è entrato nel vivo e l’argomento ha tenuto attenti e fortemente coinvolti i partecipanti, pur nella loro eterogeneità, per età e formazione.
    Numerosi e interessati all’argomento gli studenti del Liceo scientifico Galilei, che hanno svolto un ruolo interattivo alla conversazione fornendo il loro personale contributo. E allora non solo ci si scopre bilingue ma, partendo da lontano in una dimensione primigenia, ritroviamo le nostre radici magnogreche, latine, un idioma che emoziona e dà messaggi di colore e calore e fornisce nel vernacolo informazioni preziose sulla cultura, storia , tradizioni della collettività lametina.
    La lectio di Polopoli è stato un crescendo di scoperte e di desiderio di recupero, laddove la dinamicità di una lingua viva, dialetticità seppur naturale, ne fa perdere ricchezze linguistiche, in locuzioni, leggende, miti che corrono il rischio della dimenticanza, rodono aspetti fondanti della memoria collettiva , radice irrinunciabile di progetti e prospettive future.
    Un campo ricchissimo che ci racconta e abbiamo il dovere di raccontare, che richiede uno scavo archeologico certosino, a conferma delle nostre lontane radici di cui vantarci con fierezza e orgoglio.
    «Il dialetto come lingua che accomuna – ha affermato Polopoli- in tal senso il lametino conserva un retaggio antico, in quanto crocevia per la Calabria. E la memoria delle radici è sapienza necessaria da rimettere in circolo; ricorrere al significato etimologico delle parole significa infatti ricercare la verità , con lo scavo etimologico si evidenzia come ogni parola sia una storia che racchiude un senso/significato intrinseco, perché è sempre sotteso un motivo a ciò che si dice».
    Il percorso sarà arricchito da esposizioni a tema: documenti, fotografie, oggettistica, monili, corredo e vestiario del territorio lametino e sue tradizioni. Si prevede, inoltre, per un apporto ulteriormente emozionale ed evocativo la presenza di autori di poesie e brani in lingua dialettale con declamazione di testi scelti.
    Il seminario, che ha avuto i primi incontri nei mesi di marzo e aprile, riprenderà a settembre, all’ inizio del nuovo anno scolastico, per poter essere fruito dagli studenti partecipanti che hanno già iniziato il percorso. A chiudere l’incontro, una nota che stimola alla riflessione:“il dialetto è una metafora e le metafore sono poesia”

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