Petizione di 152 dipendenti comunali per sollecitare la liquidazione del salario accessorio 2014/2016

Il tutto sempre nel caso che non ci siano stati difetti a monte della procedura, per cui l'impegno delle somme senza obiettivi o piani di performance stabiliti e pubblicati non sarebbe stato legittimo: revocando l'impegno, non ci sarebbe neanche nulla da liquidare.

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    Sulla mancata liquidazione del salario accessorio per le annualità 2014, 2015 e 2016 parte dei dipendenti comunali ha sottoscritto una petizione chiedendo di ricevere quanto già impegnato (la somma totale è di 1.892.000 euro) con atti amministrativi a settembre 2017, procedura che ora però viene messa in dubbio dalla stessa burocrazia lametina (essendo cambiate alcuni titolari di deleghe).
    La UIL-FPL, «dopo aver constatato di aver esperito tutti i tentativi possibili per la soluzione della problematica, invitava tutte le forze sindacali alla convocazione congiunta di un’assemblea del personale per definire un percorso comune di prosecuzione della vertenza, trovando la sola condivisione del DICCAP-SULPL», rimarca il sindacato rappresentano da Sandro Costantino e Bruno Ruberto, che congiuntamente al Commissario Provinciale DICCAP-SULPL, Michele Ugo Caruso, ha lanciato la petizione che ha trovato attualmente 152 adesioni.
    Alla terna commissariale viene così chiesto di «impartire apposite direttive e specifici indirizzi per la liquidazione complessiva delle spettanze, tenendo conto di tutto il trattamento accessorio e premiante, anziché limitarsi a specifiche indennità per come stabilito con Deliberazione della Commissione Straordinaria n. 46 del 12 marzo 2018; verificare le responsabilità, dirette e/o indirette, che non consentono la liquidazione del salario accessorio in argomento, nonostante i C.C.D.I. aziendali siano stati sottoscritti a “consuntivo”, previa individuazione a bilancio delle risorse, costituzione del fondo ed individuazione delle modalità di ripartizione del fondo mediante la stipula dei contratti in parola; verificare altresì, ed eventualmente denunciare alle autorità giurisdizionali preposte, fattispecie di reati derivanti da omissioni ed inadempienze che hanno determinato l’interruzione del procedimento conseguente alla sottoscrizione dei contratti decentrati».
    Il tutto sempre nel caso che non ci siano stati difetti a monte della procedura, per cui l’impegno delle somme senza obiettivi o piani di performance stabiliti e pubblicati non sarebbe stato legittimo: revocando l’impegno, non ci sarebbe neanche nulla da liquidare.
    g.g.

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