«Siamo davanti ad un commando, organizzato e pronto a colpire, cui la polizia ha risposto con un gioco di squadra tra più Questure» (2 VIDEO)

Dai tornelli dello stadio a quelli del carcere: finisce così l'aggressione effettuata il 29 aprile da 19 tifosi del Catania davanti alla stazione di Lamezia Terme Centrale 

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Dai tornelli dello stadio a quelli del carcere: finisce così l’aggressione effettuata il 29 aprile da 19 tifosi del Catania davanti alla stazione di Lamezia Terme Centrale nei confronti di 4 docenti partiti da Reggio Calabria alla volta di Rende scambiati sull’autostrada per tifosi del Siracusa. Per loro Daspo ordinato dalla Questura di Catania ed accuse gravi legate all’atto di violenza perpetrato in una domenica che doveva essere all’insegna dello sport e della formazione per i protagonisti opposto della vicenda.
    I reati ipotizzati nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, rapina impropria, danneggiamento aggravato, incendio, lesioni aggravate, violenza privata, tentato omicidio, utilizzo di oggetti atti ad offendere in occasione di manifestazioni sportive, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione abusiva di materiale esplodente.
    Una prima risposta era stata immediata: 2 furgoni erano stati fermati già a Lamezia dalla polizia stradale, 1 jeep lungo la strada per Matera,
    La ricostruzione della dinamica della giornata viene affidata al Procuratore Capo della Procura della Repubblica lametina, Salvatore Curcio, condannando «l’azione perpetrata ai danni anche di chi non era in grado di difendersi, compiendo atti delittuosi del tutto premeditati. Abbiamo contestato anche il tentato omicidio da parte del tifoso che nella fuga ha provato ad investire anche l’assistente capo che era intervenuto», mentre il Questore di Catanzaro, Amalia Di Ruocco, sottolinea «la volontà violenta di cercare il tifoso di squadra avversa per compiere atti di violenza» da parte dei tifosi del Catania «che hanno messo in pericolo la vita non solo negli occupanti della Multipla, ma anche delle altre persone che potevano essere colpite dall’eventuale esplosione dell’auto colpita dal fumogeno. Siamo di fronte ad azioni di violenza inaudita ed ingiustificabile», elogiando la cooperazione delle forze di polizia «sia su strada che in stazione, cui le attività investigative degli agenti di Catania, Matera, Catanzaro hanno portato all’identificazione successiva dei responsabili».
    Il Procuratore Curcio tiene però a precisare come le attività investigative rimangono frenate da problemi strutturali: «la videosorveglianza pubblica rimane una nota dolente, in zona c’erano solo 2 telecamere comunali, è un sistema inadeguato con gli inquirenti che si sono dovuti nuovamente affidare alle immagini filmate da impianti privati. Da condannare come anche la stazione ferroviaria, snodo regionale dei trasporti, non ha un impianto efficiente e funzionale a cura di Rfi».
    Se sono stati richiesti 300.000 euro sul Pon Sicurezza per implementare il sistema comunale di videosorveglianza, il Procuratore non nasconde che «si è fatto un primo passo avanti avendo aderito alle richieste di fondi per l’implementare la videosorveglianza, cosa non fatta prima sebbene sia un problema che si trascina da prima del 2016 ma che ha criticità ben note, e con eventi di cronaca così frequenti la fatica raddoppia nel dover sincronizzare le immagini private che non sempre hanno il medesimo orario o inquadratura utile. In casi concreti ci siamo trovati a dover allineare 6 dvr con orari diversi, non è un procedimento semplice».
    Per il primo dirigente, Marco Chiacchera, «non è concepibile essere aggrediti solo per una maglietta simile ai colori di una squadra avversaria, dopo essere stati inseguiti per 100 chilometri, essere stati oggetto anche di un vero e proprio agguato che non ha avuto risvolti tragici solo per la tempestiva risposta degli agenti della Polfer. Siamo davanti ad un commando, organizzato e pronto a colpire, cui la polizia ha risposto con un gioco di squadra tra più Questure».

    I 19 tifosi del Catania coinvolti sono:

    • Luca Razza;
    • Vincenzo Lombardo;
    • Giovanni Antonio D’Agosta;
    • Matteo D’Agosta;
    • Davide Tommaso Viscuso;
    • Simone Scarcella;
    • Daniele D’Arrigo;
    • Orazio Motta;
    • Angelo Condorelli;
    • Gianluca La Farina;
    • Angelo Orazio Tabuso;
    • Benito Pasturi;
    • Giovanni Manganaro;
    • Damiano Nicolosi;
    • Mirko Gallo;
    • Rosario Calarco;
    • Luca Spampinato;
    • Carmelo Giuseppe Murabito;
    • Marco Salvatore Balistreri

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