Un anno senza motivazioni sentenza e un killer potrebbe tornare libero

Gennaro Pulice confessò l’omicidio di Luigi Ventura,  avvenuto a Lamezia condannato lo scorso anno ma il giudice non ha ancora depositato. Ne ha parlato il Tg5

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    di Giulia Zampina

    Dovevano essere 90 giorni. Dovrebbero essere sempre 90 giorn. E invece domani saranno 365 giorni e le motivazioni della sentenza di condanna per un Killer reo confesso non sono state ancora depositate. La conseguenza? Che l’uomo che ha ucciso, per sua stessa ammissione Gennaro Ventura , ex carabiniere e poi fotografo nelle campagne di Lamezia, potrebbe tornare libero. A riportare alla ribalta il caso, non il primo di un ritardo così prolungato nel deposito delle motivazioni divina sentenza, è stato un servizio del Tg5 nella rubrica Indignato speciale andato in onda nell’edizione dalle 13.
    Dieci anni di reclusione: era stata la sentenza emessa l’8 maggio di un anno fa dal gup di Catanzaro a carico del collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, imputato dell’omicidio di Gennaro Ventura, il fotografo ed ex carabiniere ucciso il 16 dicembre del 1996 nelle campagne di Lamezia Terme. Il giudice aveva disposto inoltre una provvisionale di 80 mila euro in favore dei familiari della vittima, costituitisi parte civile nel processo. Ventura, secondo quanto dichiarato dallo stesso Pulice, fu ucciso per vendetta in quanto, quando era ancora in servizio nell’Arma, aveva contribuito all’individuazione e alla conseguente condanna di una persona contigua alla cosca Cannizzaro di Lamezia responsabile di una rapina a Tivoli. Anni dopo Ventura, tornato a Lamezia a svolgere la professione di fotografo, fu attirato in una trappola e ucciso da Gennaro Pulice, che occultò il cadavere in una vasca sotterranea all’interno di un casolare abbandonato.

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