Una comunicazione senza atti amministrativi comunali alla base delle proteste per la fiera vietata su Corso Numistrano

Una mail indica l'area di vendita in altre zone, individuate tra via Cristoforo Colombo, via Aldo Moro e via Dalla Chiesa poiché nel centro cittadino non esisterebbero le condizioni minime previste dalle norme per la vendita e concomitante passaggio delle processioni. 

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Ancora divisi in 2 fronti distinti, come già accaduto per la fiera di San Biagio, ma uniti nel palesere il proprio malcontento sono i commercianti e fronti politici cittadini in merito alle prossime fiere cittadine. Nodo del contendere questa volta la comunicazione inviata il 29 maggio da via Perugini ai commercianti assegnatari dei posti su Corso Numistrano (le richieste devono pervenire entro 60 giorni dalla apertura della fiera richiesta) che indica loro l’area di vendita in altre zone, individuate tra via Cristoforo Colombo, via Aldo Moro e via Dalla Chiesa poiché nel centro cittadino non esisterebbero le condizioni minime previste dalle norme per la vendita e concomitante passaggio delle processioni. Aspetti che quindi oltre che il Comune riguardano anche altri enti, ma sui quali la stessa amministrazione comunale sarebbe dovuta essere già preparata avendo incaricato la Forgest di redigere gli appositivi piani di safety e security per rispettare tutte le norme in essere.
    Ma se gli ex consiglieri comunali Cristiano (questa mattina in Comune con un fronte del malcontento), Gianturco, Chirumbolo e Ruberto (pomeriggio nel bar di piazzetta San Domenico con altro fronte di commercianti e cittadini) dovrebbero affidarsi agli atti ufficiali, a mancare son proprio questi: non risulta pubblicato né il piano di safety e security per le feste di Sant’Antonio e San Pietro e Paolo, né ancora l’ordinanza che modifica la viabilità nelle zone interessate a partire dal 12 giugno.
    Nè ancora c’è un impegno di spesa per l’installazione delle luminarie, assicurata dal presidente della terna commissariale Francesco Alecci questa mattina al fronte dei contestatori, ma che al di là dell’atto indirizzo dovrà seguire un iter diretto se si vorrà arrivare pronti all’accensione da qui a meno di 2 settimane.
    Nel pomeriggio più che sulle luci di abbellimento si è badato invece a suggerire soluzioni sull’esposizione in strada: le bancarelle interessate potrebbero essere fino a 60, con ipotizzati fino a 9.000 euro di rimborsi da liquidare in caso di rinunce (il costo medio di occupazione di suolo pubblico per i 3 giorni di fiere è di 150 euro) per il periodo di Sant’Antonio, medesima eventuale cifra per San Pietro e Paolo.
    Nella conferenza stampa si contesta però un piano non approvato, né c’è alcun atto amministrativo che riduca o sposti gli ambulanti se non una comunicazione diretta che farebbe riferimento però a questo punto a comunicazioni sovracomunali (Prefettura, Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica). Negli interventi tanto gli ex consiglieri comunali che i rappresentanti delle organizzazioni di categoria fanno riferimento all’importanza storica sociale ed economica (sia per gli ambulanti che avevano ordinato o prodotto merce da vendere proprio in occasione delle fiere, che per i negozi stabili, anche se non pochi non disdegnerebbero avere parcheggi e marciapiedi liberi e puliti per i propri clienti), ma qualcuno dei residenti sottolinea invece come nota costante sia stata negli anni l’assenza di logistica ed accoglienza per gli espositori che giungevano a Lamezia senza avere determinati servizi in cambio (bagni dotati di docce, per fare un esempio), oltre agli “accampamenti” che si venivano a creare nelle vie limitrofe contestati anche da qualcuno dei consiglieri nelle precedenti vesti politiche.
    Le soluzioni emerse in conferenza stampa per evitare il “trasloco” da Corso Numistrano all’area attorno le scuole superiori son quelle di permettere ai venditori di scaricare e spostare i mezzi per essere parcheggiati altrove (ma servirebbero aree di sosta dedicate assenti ad oggi), spostare i banchi solo da un lato (il che dimezzerebbe però il numero di espositori), o spostare l’orario di chiusura di vendita giorno 14 prima del passaggio della processione così da evitarne la concomitanza.
    L’ultima parola spetterà sempre e comunque agli atti ufficiali, con gli uffici chiamati a rispettare normative e direttive (la circolare Gabrielli era appena stata emessa a giugno 2017, quindi il 2018 potrebbe essere il primo vero anno di adozione in toto), al di là delle accuse di poca apertura al confronto che accomunano i due fronti della protesta politica/civile.

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