2 milioni per l’export. Anche Lamezia ne beneficia

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    La cifra può sembrare astronomica ma è decisamente contenuta se comparata con i 100 Milioni investiti da Exor e PartnerRe in un veicolo di investimento nelle startup. A dire la verità non è corretto paragonare i due investimenti. I 2 milioni di euro investiti nell’ambito del Programma operativo regionale 2014-2020 sono rivolti ad imprese già avviate e prevalentemente a PMI. Lo scopo di questi fondi è quello di incrementare e spingere la quota di esportazione di prodotti e servizi delle imprese regionali verso l’estero. 

    Effetto cluster
    I due milioni rivolti agli investimenti in export saranno verosimilmente richiesti da venditori di prodotti finiti, l’ultimo anello della filiera produttiva, o da aziende che si rivolgono al cliente estero ancorché parte di un cluster radicato nel territorio. Questo è naturale e i benefici si ripercuoteranno a cascata sulle aziende lungo la filiera produttiva e lungo tutta la catena del valore. Del resto se un’azienda esporta di più necessita di più semilavorati e materie prime nonché di più servizi. Proprio in questo modo, gli investimenti in export su aziende più grandi si rifletteranno anche sulle PMI di Lamezia.

    Come paragonare 100 a 2?
    In effetti il paragone non è corretto. Come detto, gli investimenti in export sono rivolti a PMI e spingono l’esportazione. Gli investimenti in startup invece hanno tutt’altra natura e portano a diversi risultati.
    Gli investimenti in startup sono caratterizzati da un’alta incertezza e da un maggiore rischio finanziario. Spesso molti fondi investono milioni in startup realizzando guadagni soltanto nel momento in cui queste fanno un exit. In gergo tecnico una exit può accadere con l’acquisizione da parte di un’altra azienda o la quotazione in borsa.
    In maniera semplicistica si può dire che un fondo commercia azioni per guadagnare sulla plusvalenza al momento della quotazione in borsa. Altri fondi commerciano azioni di aziende piccole e meno rischiose ma i fondi che investono in startup si aspettano molte perdite e alcune startup che ritornano il capitale in termini di multipli rispetto a quanto investito.

    In cosa investe il nuovo fondo?
    Il fondo, chiamato Exor Seeds, è partecipe già in 11 aziende innovative per una quota pari a 20 milioni. I settori di maggiore interesse sono relativi all’health e ai servizi per anziani. In secondo piano vi è l’obiettivo di creare un network coi grandi investitori dell’hi-tech. Al momento le 11 startup beneficiarie sono basate negli Stati Uniti e sono:

    • Brex
    • Life
    • Reflexion
    • Privacy
    • Hexanow
    • Truelinkfinancial
    • Cover
    • Tekion
    • Saildrone
    • Kheironmed
    • Smallhold

    Nelle parole del Managing Director Noam Ohama si capisce che Exor Seeds ha un orizzonte temporale di almeno 3-5 anni e che non si pone confine geografici.

    Come si pone la nostra Regione?
    Il fatto che un fondo del genere sia basato nel nostro Paese non significa necessariamente che gli investimenti rimangano in patria, come si è visto con le prime 11 startup. Comunque sia, la Calabria dispone di un buon ecosistema a favore delle imprese innovative e delle startup. Un esempio è Digital Innovation Hub, che compie un anno a breve. Il centro è nato con lo scopo di favorire le imprese nell’implementazione di progetti di trasformazione digitale e di industria 4.0.
    TechNest potrebbe essere un altro buon esempio che segue il modello Exor Seeds. I fondi a disposizione non sono comparabili ma il meccanismo di commercio azioni come potenziale exit è molto simile.

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    Le attività di trading comportano un alto livello di rischio e non sono adeguate a tutti gli investitori.

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