Con oltre 2 mesi di ritardo la terna commissariale approva il rendiconto alla gestione esercizio 2017, che chiude con un avanzo di 16.139.488,89 euro

Nella relazione dei revisori dei conti (Domenico Riitano, Maria Aino, Francesco Vergata) tornano però alcune segnalazioni ricorsive per via Perugini.

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    Con oltre 2 mesi di ritardo rispetto alla data ultima imposta per legge al 30 aprile, la terna commissariale approva il rendiconto alla gestione esercizio 2017 (per 11 mesi imputabile all’amministrazione Mascaro, nb) che chiude con un avanzo di 16.139.488,89 euro determinato da:

    • Fondo di cassa al 01/01/2017 – 3.158.920,79
    • Riscossioni (+) – 86.458.070,27
    • Pagamenti (-) – 85.439.451,28
    • Fondo di cassa al 31/12/2017 – 4.177.539,88
    • Residui attivi (+) – 66.564.284,18
    • Residui passivi (-) – 48.089.733,19
    • Fondo Pluriennale Vincolato di parte corrente (-) – 3.971.953,23
    • Fondo Pluriennale Vincolato di parte capitale (-) – 2.540.648,75

    Il conto economico si chiude così con un risultato di esercizio di – 1.679.964,74 euro, mentre lo stato del patrimonio si chiude con un patrimonio netto di 45.989.601,07 euro (ma al 31 dicembre dell’esercizio sono stati segnalati debiti fuori bilancio per un importo di 1.624.483,74 euro per i quali si demanda a successivo provvedimento il riconoscimento di legittimità e la copertura finanziaria), ed il il disavanzo di amministrazione da ripianare con il piano di riequilibrio è passato da 36.484.875,54 a 33.203.875,26 euro.

    Nella relazione dei revisori dei conti (Domenico Riitano, Maria Aino, Francesco Vergata) tornano però alcune segnalazioni ricorsive per via Perugini. «L’ente non ha proceduto alla verifica dei crediti e debiti reciproci con i propri enti strumentali e le società controllate e partecipate, e pertanto la relazione sulla gestione risulta priva dei dati», è il primo richiamo che incide non poco sul prospetto economico fornito, sollecitando anche di effettuare entro fine anno «l’analisi di tutte le partecipazioni possedute, dirette e indirette, predisponendo, ove ricorrano i presupposti, un piano di riassetto per la loro razionalizzazione».
    Male va anche l’indice di tempestività di pagamento (assestatosi a 143 giorni, mentre per legge dovrebbe non andare oltre i 30 o 90 giorni in casi ben specifici), così come la riscossione dei tributi (caso emblematico la Tari 2018, ancora non arrivata nella maggioranza delle case, con aliquote non presenti nell’apposita sezione del sito, e rate scadute a fine maggio o giugno senza poter essere pagate). «La presenza di residui attivi elevati denota una ridotta capacità di riscossione delle entrate», è il passaggio della relazione dedicato a tale tema, «una quota considerevole del risultato di amministrazione accantonata a titolo di fondo crediti di dubbia esigibilità, quale diretta conseguenza delle difficoltà dell’ente nella riscossione delle entrate, di fatto limita la capacità di spesa dell’ente per altre finalità istituzionali». Inoltre «il contributo all’equilibrio di parte corrente è stato dato dall’accertamento di entrate non ricorrenti, provenienti in misura significativa dal recupero evasione tributaria», e «l’elevato riconoscimento di debiti fuori bilancio denota da un lato problematicità nella gestione della spesa e dall’altro la mancata valutazione e rilevazione delle perdite potenziali connesse alle azioni dell’ente».
    La terna dei revisori suggerisce così a quella commissariale di migliorare «le proprie procedure di riscossione riducendo in maniera significativa i tempi procedurali, adottando tempestivamente ogni idonea attività, anche coattiva» e «le procedure adottate dai singoli responsabili dei servizi per le verifiche amministrative finalizzate al riaccertamento dei residui attivi e passivi, nel rispetto di quanto disposto dai principi contabili applicati onde prevenire eventuali rischi per gli equilibri di bilancio».
    Si chiede di «monitorare costantemente la congruità del fondo crediti dubbia esigibilità  «con particolare attenzione in occasione della verifica degli equilibri», di «predisporre l’elenco dei crediti inesigibili stralciati dal Conto del Bilancio sino al compimento dei termini di prescrizione, da allegare al rendiconto», e «prevedere specifici accantonamenti al fondo di rischi contenzioso per il pagamento di potenziali oneri derivanti da sentenze».
    Maggiore tempestività viene richiesta anche sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio, prevedendo norme regolamentari per disciplinare meglio la materia, chiedendo anche maggiore attività da parte dell’ufficio legale sulla ricognizione di tutte le potenziali passività e tutela nei vari gradi di giudizio, ma avendo la dirigente Belvedere anche diversi altri settori cui dover rispondere il richiamo prevederebbe anche una diversa organizzazione interna a via Perugini (che già usufruisce di 3 avvocati esterni scelti tramite avviso pubblico). I revisori stessi però suggeriscono anche di verificare «casi di responsabilità e/o corresponsabilità di altri organismi al fine di garantire l’equo concorso di tutti i soggetti interessati alla copertura degli oneri afferenti il contenzioso».
    Ultimi richiami sui rapporti con le società partecipate, tempi medi di pagamento e programmi o procedure gestionali «al fine di rendere le consistenze dello stato patrimoniale e del contro economico in linea con il conto della gestione».
    Una routine che necessiterebbe di un adeguato numero di personale, non presente però in via Perugini né implementabile a breve essendo la situazione quella di piano di riequilibrio.
    Gi.Ga.

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