Operazione ‘Golf tours’: torna in libertà Mario Maruca

Esclusa la sua appartenenza all’associazione e dissequestrata l’azienda.

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    Operazione ‘Golf tours’: torna in libertà Mario Maruca, esclusa la sua appartenenza all’associazione e dissequestrata l’azienda. In meno di due settimane crollano le accuse più pesanti nei confronti dell’imprenditore di San Pietro Apostolo. Secondo gli inquirenti tra il febbraio e il giugno del 2017 sarebbe stata costituita un’associazione per delinquere – della quale il Maruca avrebbe fatto parte, insieme ad altre 11 persone – finalizzata alla commissione di furti e ricettazioni su tutto il territorio calabrese, e la segheria del Maruca, intestata al figlio Domenico, che sarebbe stata la base logistica dell’organizzazione criminale.
    Tesi accusatoria che il GIP di Lamezia Terme, Valentina Gallo, ha accolto disponendo nei confronti del Maruca, con un’ordinanza cautelare eseguita il 27 giugno scorso, sia gli arresti domiciliari che il sequestro dell’azienda. Un’ordinanza, all’esito della quale il GIP lametino ha trasmesso gli atti al Tribunale di Crotone, ritenuto competente per territorio.
    In queste ipotesi, si apre una procedura complessa. Da un lato, l’ordinanza cautelare ha un’efficacia temporanea, dovendo essere confermata dal Giudice competente (in questo caso Crotone). Dall’altro lato, la stessa ordinanza è comunque impugnabile davanti al competente Tribunale Distrettuale, quale Giudice del Riesame. Impugnazione che il Maruca ha subito proposto al competente Tribunale della libertà di Catanzaro, depositandola il giorno immediatamente successivo all’arresto, per contestare punto per punto l’ipotesi accusatoria “cucitagli” addosso. E ieri, davanti al Collegio catanzarese, si è tenuta l’udienza camerale nel corso della quale la difesa dell’imprenditore, assunta da Francesco Iacopino, ha contestato fermamente la sostenibilità logica, indiziaria e giuridica dell’accusa, in particolar modo con riferimento alla presunta appartenenza del Maruca all’ipotizzata associazione per delinquere.
    Il legale ha evidenziato un grossolano travisamento degli elementi indiziari emersi nel corso delle indagini, sostenendo con forza la completa estraneità del Maruca all’associazione per delinquere ipotizzata dagli inquirenti. Non meno dura, poi, la contestazione del sequestro della segheria. Sul punto, la difesa ha sostenuto l’illegittimità del sacrificio patrimoniale imposto con il provvedimento ablativo, evidenziando come – in simili casi – anche alla luce della giurisprudenza della Corte europea, la sottrazione dell’azienda a un imprenditore presuppone l’esistenza di elementi che dimostrino l’asservimento dell’azienda alla realizzazione dell’attività illecita, senza trascurare il requisito della proporzionalità tra i fatti contestati e la misura adottata.
    Nel caso del Maruca, ha aggiunto la difesa, l’improvvida affermazione sostenuta da taluno, secondo cui l’azienda sarebbe stata la base logistica dell’organizzazione, è del tutto inventata (oltre che contraddetta dagli atti di indagine), così come privo di fondamento giuridico è il sequestro dell’impresa adottato dal GIP lametino. In altri termini, per il legale, dagli atti emergerebbe non solo che i locali della segheria non sono stati la base operativa dell’organizzazione, ma ancor di più che l’attività di impresa è del tutto estranea alla vicenda. Di qui la richiesta, formalizzata al Tribunale del riesame, di correggere in diritto un provvedimento fondato su un’erronea applicazione della legge penale e processuale.
    Questa mattina il GIP di Crotone, Michele Ciociola, ha depositato la propria ordinanza, battendo sul tempo il Tribunale di Catanzaro, scarcerando l’imprenditore. In particolare, il Giudice pitagorico, con argomenti sovrapponibili a quelli sostenuti dalla difesa davanti al Tribunale del Riesame di Catanzaro, non ha esitato a definire “alquanto pindarica” la ritenuta partecipazione al sodalizio del Maruca, escludendola tanto sul piano materiale quanto su quello morale, con conseguente revoca degli arresti domiciliari e restituzione dell’azienda all’avente diritto (avendo del pari escluso la relazione di asservimento dell’impresa all’attività illecita).
    Secondo Iacopino all’esito della notifica del provvedimento del GIP di Crotone «Maruca, seppur molto provato dall’arresto, da subito ha voluto presentare ricorso al Tribunale del riesame per sostenere con forza -nelle sedi competenti- la propria estraneità alle gravissime accuse elevate a suo carico. Chi lo conosce sa che la sua è una famiglia per bene, di onesti lavoratori, e che in questa vicenda è stato percepito e descritto in modo del tutto differente rispetto alla realtà. Egli continua a riporre la massima fiducia nella Magistratura e, a partire da oggi, da uomo libero, si adopererà con ancora maggiore energia per chiarire tutti gli aspetti residui ancora al vaglio del Tribunale».

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