«Gli edifici sacri di proprietà della diocesi lametina sono stati per gran parte lasciati al proprio destino»

Dopo le visite alla riscoperta delle bellezze architettoniche lametine, tappa a Nocera Terinese domenica scorsa per l’Associazione Culturale Natale Proto

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    Dopo le visite alla riscoperta delle bellezze architettoniche lametine, tappa a Nocera Terinese domenica scorsa per l’Associazione Culturale “Natale Proto”.
    «Nocera Terinese è uno dei punti centrali del progetto “Sinus Lametinus” diretto dall’indimenticabile professor Natale Proto; borgo in cui ha diretto diversi lavori di restauro con grande competenza e instancabile passione», ha ricordato il Presidente Tommaso Colloca, «il territorio lametino ha un patrimonio culturale straordinario che purtroppo versa in evidente stato di degrado e abbandono. Ad esempio, abbiamo constatato, nell’ambito delle visite guidate fin qui svolte, come gli edifici sacri di proprietà della diocesi lametina siano stati per gran parte lasciati al proprio destino. Lo stato in cui versa la Chiesa di San Francesco a Nocera Terinese, ma di esempi ne potremmo fare a decine, certifica il disinteresse che c’è stato in tutti questi anni».
    Colloca ricorda così come l’associazione da lui presieduta spazi «dalla sollecitazione alle istituzioni per la riapertura dei siti archeologici, alle proposte ai privati per il restauro dei propri edifici; dall’impegno nella Campagna del FAI in corso fino al 30 novembre prossimo – “I luoghi del Cuore” – in cui sarà possibile votare il Castello Normanno – Svevo di Lamezia Terme (attualmente raccolti 341 voti, che classificano la proposta al 73° posto), alla redazione di un progetto affinché quest’ultimo sito torni a essere fruibile».
    Guidati da Mario Panarello, gli appassionati partecipanti sono stati condotti sulle tracce di pittori come Pascaletti, Colelli, Pinna, Zimatore e Grillo. «Singolare esempio di architettura rinascimentale esistente nel lametino – ha dichiarato il Professor Mario Panarello – l’arco della chiesa di San Francesco, coi suoi suggestivi caratteri simbolici, ancora attardo su esempi della tradizione precedente, si sposa con la ricercata spazialità del coro. Anche le cappelle della navata centrale sono un raro esempio rinascimentale ma il degrado considerevole dell’edificio non consente un’adeguata fruizione dell’invaso architettonico che per la sua originalità è unico nel contesto regionale».
    La visita è proseguita nel centro storico di Nocera raggiungendo la chiesa dell’Annunziata e quindi la chiesa Matrice di San Giovanni Battista; ancora poi per quella del Suffragio, per concludersi presso la chiesa di Santa Maria della Pietà nell’antico rione Motta, dove si sono ammirati il portale di Palazzo Procida e gli stucchi di Palazzo Odoardi.

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