«La Diocesi di Lamezia Terme ha speso sul territorio in questi ultimi anni circa 20 milioni di euro per interventi sulle chiese»

Su 166 chiese, ci sono stati 69 cantieri nelle nostre chiese,  mentre 4 sono già in progettazione di restauro a partire dal 2019

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    La Diocesi di Lamezia Terme reputa di essere «in assoluto la Diocesi in Calabria che ha speso di più per le sue chiese da restaurare negli ultimi 10 anni», censendo «166 chiese tra parrocchiali, santuari e rettorie, cappelle e oratori. Alcune sono di proprietà della Diocesi, altre no. Di queste 166, negli ultimi anni ben 53 sono state restaurate interamente grazie al contributo dell’8xmille per una spesa complessiva pari a 5.200.000 euro. A queste si aggiungono 16 chiese nuove, per una spesa complessiva di 14.800.000 euro. Questo significa che la Chiesa di Lamezia Terme ha speso sul territorio in questi ultimi anni circa 20 milioni di euro con evidenti conseguenze sul piano occupazionale e di preservazione del patrimonio culturale. Il tanto vituperato 8xmille incide non di poco sull’economia delle nostre zone così depresse e incapaci alcune volte di sfruttare e attirare finanziamenti».
    Si distingue poi dal conto le «Chiese appartenenti al Fec (Fondo ediliza di culto) del Ministero degli Interni, come ad esempio la Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Lamezia Terme oppure la Chiesa del Convento a Nocera Terinese, il cui restauro non è assumibile dalla diocesi lametina in quanto non ne è proprietaria. Mentre, per la Chiesa di san Giovanni Battista sempre a Nocera Terinese, è già partito il finanziamento e la popolazione si sta attivando per contribuire al restauro. I ponteggi in essere lo dimostrano. I dati esposti, tuttavia, riguardano solo l’ultimo decennio e logicamente sono escluse le chiese moderne costruite negli anni 70. Quindi su 166 chiese, ci sono stati 69 cantieri nelle nostre chiese,  mentre 4 sono già in progettazione di restauro a partire dal 2019»
    Si sottolinea poi come «ogni anno la diocesi lametina riceve dai fondi dell’8xmille la quota di 700.000 euro che viene ripartita nelle chiese da restaurare a seconda degli interventi. È pur vero che la manutenzione ordinaria può lasciare alcune volte a desiderare, ma il bilancio complessivo degli interventi maturati in questi anni non lascia ombra di dubbio», rimarcando così come «continua un percorso iniziato dall’architetto Natale Proto che ha fatto del museo diocesano e dell’impegno nella valorizzazione del patrimonio artistico una vera e propria vocazione. Per questo motivo suona strano, sentire in suo nome, denigrare un percorso di valorizzazione, a favore delle nostre Chiese iniziato proprio con lui».

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