«Il PSC di Lamezia Terme, ancora non del tutto in vigore e già vecchio e datato, non va affatto in direzione del consumo zero di territorio»

Il giorno dopo la pubblicazione dei dati del Rapporto ISPRA-SNPA sul Consumo di Suolo in Italia  nel 2017, i primi a commentarli son i grillini.

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    Il giorno dopo la pubblicazione dei dati del Rapporto ISPRA-SNPA sul Consumo di Suolo in Italia  nel 2017, i primi a commentarli son i grillini. Nel 2017 a Lamezia Terme consumato il 15,38% di suolo pari a 2476 ettari, ovvero un aumento dello 0,12% uguale a 3,07 ettari rispetto al 2016
    «A Lamezia dove, secondo il Rapporto ISPRA, nel 2018 sono stati consumati 3 ettari di suolo (30.000 mq ndr) per la realizzazione di nuovi edifici per l’agricoltura e per nuove costruzioni residenziali o commerciali, si contano diverse migliaia di appartamenti sfitti e la crescita demografica, bassa, dipende sostanzialmente dalla presenza di nuovi immigrati residenti. Altrettanto evidente, in città, la sovrabbondanza di immobili sfitti di natura commerciale, chiaro sintomo di una significativa staticità immobiliare», sostiene Luca Truzzolillo del locale Meetup 5 Stelle, «eppure durante i dieci anni di stesura del PSC, che a breve sarà portato alla sua definitiva approvazione, nessuno ha avuto la lungimiranza di prevedere, quale condizione irrinunciabile per il rilancio del patrimonio immobiliare urbano, l’adesione al principio del consumo di suolo zero».
    Secondo Truzzolillo «nessuno ha sentito la necessità di rivolgere l’attenzione al recupero concreto dei centri storici e residenziali urbani, con atti mirati a riportare la vita nei luoghi in cui siamo nati, e da cui è iniziato l’indiscriminato e disordinato processo di espansione che ha trascinato la più fortunata delle città della Calabria, almeno per posizione geografica, allo stato attuale: una struttura urbana non manutenzionata e nuovi edifici sparsi sull’intero territorio comunale, ormai costellato da una miriade di piccole costruzioni che rendono il territorio stesso sfilacciato e difficilmente gestibile».
    Anche se secondo il progettista Crocioni ciò sarebbe stato previsto nel principio di perequazione (ed anche i manifesti dell’amministrazione Speranza richiamavano l’impegno per i centri storici), le modifiche passate e presenti (ci sono sempre le osservazioni da dover approvare) hanno modificato il progetto originale, la cui approvazione definitiva arriverà comunque fuori tempo massimo.
    «Il Piano Strutturale Comunale dovrà essere rimodulato e, paradossalmente, ricondotto ai dettami della Regione Calabria che, come abbiamo ripetuto tante volte, con la LR 19/2002 e con la L.R. 41/2011 stabiliva, da un lato, il principio del consumo di suolo zero come obiettivo principale da raggiungere, e dall’altro rilasciava parere favorevole al PSC proposto dal Comune di Lamezia Terme, che non prevede, invece, nessun consumo zero del suolo, senza alcuna coerenza urbanistica al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale», lamenta l’esponente del partito di Grillo, «il PSC di Lamezia Terme, ancora non del tutto in vigore e già vecchio e datato, non va affatto in questa direzione. Già solo per questo richiederà, appena possibile, modifiche, integrazioni e adeguamenti». La possibilità da parte della Regione di commissariare tutto esiste già da inizio anno, ma i vari fronti politici sperano di poter portare l’argomento nella campagna elettorale delle amministrazione del prossimo anno probabilmente.
    g.g.

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