«L’infopoint turistico di Lamezia Terme è lo specchio di quella che è la situazione di tutti i nostri beni culturali: chiusi e in stato di abbandono»

Antonio Mangiafave del Progetto Gedeone torna a puntare il dito contro via Perugini.

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    Rispondendo alla replica della dirigente Teresa Belvedere inviata solo ad alcuni organi di stampa (l’ambito comunicazione in via Perugini funziona a corrente alternata, non essendoci da tempo né uno staff del sindaco né un ufficio stampa regolare), Antonio Mangiafave del Progetto Gedeone torna a puntare il dito contro via Perugini.
    Ricordando come al tavolo di partenariato per la redazione del Programma Agenda Urbana del Comune di Lamezia del 9 marzo, era stata avanzata «una proposta di regolamento per la gestione dei beni comuni sul modello nazionale del “laboratorio per la sussidiarietà”, già adottato in alcune città calabresi come Palmi», Mangiafave chiede un «confronto pubblico al fine di avviare una reale e “leale collaborazione”, all’interno della quale decidere se sia opportuno o meno continuare a discutere delle nostre mancanze, dell’avventatezza e dell’incompetenza  relativa all’organizzazione della tappa del Festival a Lamezia e degli altri eventi saltati negli ultimi mesi nella nostra città; o se sia finalmente possibile aprire un vero dialogo tra Comune e associazioni, per confrontarci su possibili rapide soluzioni relative ai nostri beni culturali attualmente inaccessibili», ergendo a simbolo il vecchio mulino di via Soccorso, nel quartiere San Teodoro, inaugurato nel 2011 che «doveva diventare l’infopoint turistico di Lamezia Terme, oggi è lo specchio di quella che è la situazione di tutti i nostri beni culturali: chiusi e in stato di abbandono».

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