«Si può oggi tranquillamente lavorare per uscire dal piano di riequilibrio»

Per l'ex sindaco Mascaro i dati del rendiconto 2017 certificano una strada tracciata in quella direzione

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    In attesa che la magistratura si esprima in merito alle richieste di incandidabilità avanzate dal Ministero dell’Interno, torna a pronunciarsi sulle attività amministrative Paolo Mascaro.
    Dal proprio profilo Facebook l’ex sindaco rimarca alcuni dei numeri approvati il 9 luglio (anche se il tutto sarebbe dovuto avvenire entro il 30 aprile) dalla Commissione Straordinaria all’interno del rendiconto 2017 «che costituisce il testamento economico dell’Amministrazione Mascaro che il 24 novembre ha forzatamente ultimato i suoi 29 mesi di governo cittadino» sostiene l’ex primo cittadino rimarcando come sia «attività riferibile per la quasi totalità alla disciolta amministrazione, è necessario esaminare alcuni aspetti del rendiconto, con le inevitabili comparazioni temporali, quale motivo di ulteriore importante riflessione sull’attività posta in essere».
    «Il 18/09/15 si rendeva necessario il riaccertamento straordinario dei residui con importo determinato in – 41.130.843,63 da ripianare in anni 30 mediante importo annuale di euro 1.361.028,12; l’amministrazione Mascaro ha in 2 anni e mezzo portato il disavanzo da – 41.130.843,63 a – 28.427.075,75 diminuendo l’esposizione di 12.703.767,88 a fronte dei programmati 4.113.084,36. Ripianata quindi oltre il triplo delle previsioni», sottolinea Mascaro, «nel 2017 sono stati pagati euro 7.403.900,64 inerenti pregressi mutui e prestiti obbligazionari, di cui euro 3.680.197,25 per quota interessi ed euro 3.723.703,49 per quota capitale; stesse cifre sono state pagate negli anni precedenti. Da sottolineare che in questi anni non sono stati contratti nuovi mutui e nuovi prestiti. In 29 mesi si è tutti meno poveri per circa 20 milioni di euro».
    L’analisi economica dell’ex sindaco, che dopo l’uscita di Chiara Puteri dalla giunta aveva tenuto per sè anche la delega al bilancio, mira ad un punto ben specifico, per come affermato direttamente anche negli ultimi mesi di attività amministrativa dell’ex consiglio comunale, ovvero che «si può oggi tranquillamente lavorare per uscire dal piano di riequilibrio».
    Tra i dati citati nel rendiconto, Mascaro si sofferma su alcuni: «la sola quota capitale debitoria dei mutui del Comune è diminuita da euro 84.322.608,94 al 31/12/2015 ad euro 78.512.264,37 al 31/12/2017; ciò consente oggi al Comune di poter nuovamente avere capacità di indebitamento annua per quota interessi pari ad euro 1.183.735,04 che potrebbe utilizzare con facilità per sviluppo ed investimento non appena si uscirà dal predissesto. Si è proceduto a razionalizzazione e diminuzione delle spese correnti, pari ad euro 55.560.580,34 nel 2015, 45.450.536,01 nel 2016 e 39.540.967,03 nel 2017; la spesa per il personale nel 2017 è stata pari ad euro 11.814.003,28 a fronte di euro 14.314.284,09 quale media degli anni 2011-2013. Grandi positivi risparmi di spesa corrente», anche se in quest’ultimo caso la mancata possibilità di rimpiazzare il personale andato in pensione, o quello esterno non più contrattualizzabile dal 2014, è l’altra faccia della medaglia meno positiva sull’efficienza burocratica lametina.
    «Al 31/12/17 vi era fondo cassa di euro 4.177.539,88 con quota vincolata da ricostituire pari ad euro 1.662.748,01; la Corte dei Conti nel 2013 contestava somme vincolate non ricostituite per decine di milioni di euro; il saldo della gestione di competenza 2017 presenta segno positivo per euro 1.495.567,24», aggiunge l’ex sindaco, «gli accertamenti di entrate correnti 2017 sono stati pari ad euro 49.481.963,30 mentre gli impegni di spese correnti pari ad euro 48.607.651,87, con differenza positiva di euro 874.311,43; i contributi inerenti i permessi a costruire sono saliti da euro 607.070,99 del 2016 ad euro 822.087,95 del 2017. La pressione tributaria del Comune a carico di ogni cittadino è scesa da euro 613,99 al 31/12/14 ad euro 585,52 al 31/12/17».
    Mascaro rimarca inoltre come «la velocità della gestione della spesa corrente, e cioè della capacità di effettivo pagamento nel medesimo anno dell’impegno, è progressivamente salita dal 35,62% del 2014, al 47,63% del 2015, al 56,30% del 2016 ed al 60,54% del 2017. Ciò significa che quasi il doppio dei debiti rispetto al 2014 oggi viene onorato nel medesimo anno in cui viene contratto. I detti miracolosi risultati sono stati ottenuti pur in presenza di spaventosa diminuzione di trasferimenti di fondi statali per cittadino passati da euro 110,84 del 2014 ad euro 41,26 del 2017 e di fondi regionali passati da euro 20,17 a cittadino ad euro 15,87 e pur in condizioni di emergenza di personale diminuito dalle 327 unità del 31/12/14 alle 304 del 31/12/17».
    L’aspetto economico finanziario dell’ente sarebbe di interesse di tutta la città, specie del fronte politico fino ad oggi silente sul rendiconto 2017 e che dai vari schieramenti già in questo secondo semestre del 2018 dovrà iniziare a definire strategie e candidature in vista di un 2019 con 3 tornate elettorali (europee, regionali, comunali) in una Lamezia non convinta a pieno dall’agire della terna commissariale per riportare il corretto agire amministrativo per cui è arrivata la nomina.
    g.g.

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